Russia, Ucraina e politica estera europea

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Mentre registro questo podcast soffiano venti di guerra in Europa: siamo a febbraio del 2022 e Putin, lo zar russo, ha schierato la nuovissima e sfavillante Armata Rossa2.0 ai confini ucraini e ha annunciato ora l’invio di truppe nel paese, più precisamente nelle repubbliche separatiste site nella zona est, nel Donbass.
Questa azione è l’ultimo passo di una politica estera russa aggressiva, fatta di attacchi hacker e tè al polonio, ingerenze più o meno sfacciate nella politica interna di varie nazioni e vere e proprie azioni militari.
E in tutto questo i media europei hanno passato mesi a sostenere che la cosa non era affatto preoccupante.. no, per carità.. si tratta solo di una faccenda tra vicini che non vanno tanto d’accordo, una sorta di bega condominiale su larga scala.
I migliaia di soldati ai confini ucraini e uno spaventoso aumento nelle nostre bollette di luce e gas sostengono ora invece il contrario: ci dicono che la situazione è seria e, guarda un po’, riguarda anche noi europei.. anzi, a dire il vero, la seconda parte proprio la urlano!!
Comunque mentre accadeva tutto questo i giornali italiani parlavano di Sanremo, calcio e del Papa, relegando Russia e Ucraina alla decina pagina: a quanto pare quello che potrebbe essere l’incipit della terza guerra mondiale combattuta su suolo europeo (perché, ricordiamolo, sono a due passi da noi..) ha meritato l’onore delle prime pagine solo il primo giorno, lunedì 14 febbraio 2022, con poche puntate alla prima quando è perso che la situazioni precipitasse davvero.. salvo poi riempirle in tutta fretta quando Putin, guarda un po’, è passato dalle parole hai fatti.
Ma andiamo con ordine.
L’impero russo 2.0
Nella puntata n123 abbiamo visto come è finita la storia dell’Unione Sovietica: oggi la Russia pare stia cercando di ricostituirsi come impero, di ricostruire la grande Russia dello sfavillante passato zarista o, almeno, l’impero sovietico.
È inevitabile che questo desiderio, questa aspirazione, sfoci in una guerra e una guerra la Russia di Putin l’ha effettivamente combattuta in questi anni: “Russia new generation warfare”, ossia “la guerra russa di nuova generazione”, fatta di campagne di disinformazione sui social, attacchi informatici, finanziamenti a partiti politici populisti occidentali per destabilizzare l’equilibrio politico interno di nazioni estere e molte altre belle cose.
In tutto questo gli attacchi armati, la guerra classica fatta di carri armati e soldati è stata minima: anche l’invasione della Crimea del 2014 è avvenuta sottotono, mescolando militari e forze armate russe alle milizie locali.
Già l’annessione della Crimea..
L’Ucraina, di cui la Crimea faceva parte, è stata sbocconcellata lentamente ma costantemente dalla Russia nel tempo: a ovest, al confine con la Moldavia vi è la repubblica non riconosciuta di Transnistria (nata nel 1990), mentre a est vi sono le repubbliche, sempre non riconosciute (fino a pochi giorni fa non riconosciute neanche dalla Russia!), di Lugansk e Donetsk (nate nel 2014).. si tratta di paesi fantasma filo russi, tenuti in vita dal denaro e dalla forza politica e militare russa; a sud poi vi è, appunto, la penisola di Crimea, invasa e annessa alla Russia nel 2014.
Se diamo un’occhiata alla cartina geografica del Mar Nero vediamo che la Russia non solo sta erodendo l’Ucraina ma sta anche, lentamente certo ma inesorabilmente, impadronendosi delle coste del Mar Nero.
Sulla costa est del Mar Nero c’è la repubblica non riconosciuta di Abcasia, che sarebbe parte della Georgia e che ingloba la metà circa della costa georgiana sul Mar Nero.. e che esiste solo grazie al sostegno politico ed economico della Russia.
Oggi la Russia ha di fatto il controllo di metà del Mar Nero e le basterebbe solo una città per creare un lungo fronte compatto a nord-est: la città ucraina di Odessa.. città peraltro dove la presenza russa, soprattutto a livello economico è molto forte e il cui sindaco, ex militare, oggi è convinto che un’invasione russa partirebbe probabilmente proprio da qui.
D’altronde conquistare Odessa significherebbe isolare completamente il sud dell’Ucraina, che si troverebbe ad essere stretta nella morsa russa su tre lati (questo considerando la “vicinanza” politica tra il dittatore della Bielorussia e Putin).
Non è un caso quindi se Putin ora parla dell’Ucraina come parte della Russia, anzi ha dichiarato in diretta tv che l’Ucraina non è mai stata un vero stato!
Di fatto il riconoscimento russo di pochi giorni fa, scrivo nel febbraio del 2022, delle repubbliche separatiste ucraine di Lugansk e Donetsk e il conseguente invio di truppe russe “a difesa” è un vero e proprio atto di guerra.
E cosa fa il resto del mondo?
I più stretti vicini di casa della Russia sia noi, l’Europa. Vi sono poi gli Stati Uniti, rivali di vecchia data della Russia.
Purtroppo però USA e Europa non possono essere perfettamente allineati, non possono costituire un fronte compatto perché, ricordiamolo, siamo noi ad essere letteralmente attaccati alla canna del gas russo.
Se Putin ci chiude i rubinetti noi europei, e in particolare proprio noi italiani (e tedeschi e soprattutto molti paesi dell’est Europa, che dal gas russo dipendono per quasi il 100%), ci troveremmo in una situazione impossibile.. oggettivamente non saremmo in grado ad oggi di gestire una situazione del genere.
L’Europa deve diversificare l’importazione di energia in modo da mettersi al riparo dai ricatti, dicono molti esperti in economia: verissimo.. peccato che non si tratta di una cosa da poter attuare in pochi mesi!
Intanto oggi si parla di sanzioni verso la Russia e la Germania ha annunciato la sospensione del gasdotto Nord Stream 2.
E poi c’è la questione della Cina.
Nemici da secoli, rimasti ostili addirittura quando erano le due maggiori potenze comuniste del mondo, Russia e Cina stanno dando una svolta alla loro politica: i due paesi hanno svolto la loro prima operazione militare congiunta nel 2017 nel Mar Baltico.
E nell’attuale situazione Ucraina la Cina spalleggia e sostiene la Russia senza riserve.
La “Crisi Ucraina” è diventata una guerra il 24 febbraio 2022.
Europa Grand Tour seguirà il conflitto con speciali solo audio in formato podcast: trovate tutto qui.
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