Europa 12022: cronache di un remoto futuro

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Europa 12022: cronache di un remoto futuro

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1 gennaio 12022, tra 1000 secoli.

Si sta effettuando uno scavo in un terreno incolto, abbandonato ormai da tempo immemore.
Qui, millenni fa sorgeva un’antica civiltà, i cui abitanti chiamavano questo luogo Suomi.. questo popolo era composto da antichi europei.

Ad un certo punto gli scavatori si imbattono in qualcosa: sotto cumuli di roccia c’è una porta, che appare sigillata da secoli e su cui sono tracciate scritte in una lingua – o forse in più lingue – così antica da essere ormai completamente dimenticata.

Ci sono anche dei simboli.
Un simbolo in particolare è presente più volte: è un cerchio giallo con al suo interno tre triangoli neri, dalla punta tagliata, messi quasi a formare un trifoglio.. i triangoli convergono in un cerchio nero.
Chissà che significato poteva avere questo curioso simbolo!

 

Le scorie delle centrali nucleari

A differenza di quello che pensano in tanti, il vero problema del nucleare non è costituito dagli incidenti.. per carità possibili e dalle spaventose conseguenze.. ma dai rifiuti radioattivi prodotti nel processo.

D’altronde gli incidenti sono (o dovrebbero) essere un’eccezione o comunque una possibilità che, come tale, si può anche non verificare mai, mentre le scorie, i rifiuti nucleari, sono una certezza: tutte le centrali nucleari del mondo producono rifiuti radioattivi, sempre, senza nessuna eccezione.

Il problema di come gestire le scorie radioattive è oggi fortemente presente in tutta Europa: considerate che l’Europa deve gestire quasi 3,5 milioni di metri cubi di rifiuti radioattivi.

Tra l’altro questo problema non è solo presente nelle nazioni cosi dette nucleari, ossia nelle nazioni che usano l’energia nucleare per uso civile: il problema della gestione dei rifiuti nucleari è presente anche nei paesi in cui l’uso del nucleare per uso civile è proibito, come l’Italia.
Infatti ci sono comunque le scorie radioattive provenienti dai reattori usati per la ricerca o per uso medico.. e poi naturalmente ci sono le scorie radioattive prodotte anni fa, prima che la legge proibisse il nucleare nel paese! (abbiamo parlato dell’uso dell’energia nucleare in Europa per uso civile nella puntata numero 60 “L’energia nucleare in Europa”).

Anche l’Italia quindi ha rifiuti nucleari da gestire oggi.. e anche l’Italia, come l’Austria e la Croazia, è indietro nella realizzazione di depositi nazionali atti a conservare in modo sicuro le scorie e i rifiuti radioattivi come richiesto dal governo centrale europeo ormai già un po’ di tempo fa.

 

Come si eliminano i rifiuti radioattivi?

Come si gestiscono le scorie radioattive prodotte delle centrali nucleari?

Ad oggi il metodo utilizzato per eliminare le scorie radioattive è seppellirle in depositi scavati a grande profondità e realizzati in materiali che non deperiscano nel tempo.

Le scorie di plutonio richiedono circa 10mila anni per diventare innocue, quindi se oggi seppelliamo delle scorie nucleari di plutonio dobbiamo essere sicuri che restino sigillate per tutto questo tempo.

Essenzialmente i problemi sono due:

  1. i depositi di scorie nucleari devono essere costruiti in modo da essere sigillati e non avere perdite per migliaia di anni;
  2. nessuno deve aprire questi depositi di scorie prima che siano trascorsi 10mila anni.

Ma se il problema della sicurezza strutturale pare oggi risolto, resta quello della memoria storica che, paradossalmente, è molto più difficile.

Se vi sembra un problema banale provate a pensarci un attimo: come segnalare la presenza di un deposito di scorie nucleari ai posteri, a coloro che verranno tra migliaia e migliaia di anni?
Come evitare che il pericolo che il deposito venga dimenticato e magari aperto per errore?

 

Parlare al futuro

La memoria storica è infatti una cosa strana, difficile.
Con il tempo, gli anni, i secoli, gli eventi del passato affievoliscono, i fatti si mescolano a leggende, impressioni e preconcetti.

Quindi non è improbabile immaginare che la memoria di questi luoghi, dei depositi di scorie nucleari, potrebbe svanire nel tempo: pochi secoli bastano a far dimenticare fatti che hanno coinvolto la vita di milioni di persone.. figuriamoci cosa può succedere in decine di secoli!!

Certo, direte voi, si potrebbe lasciare scritte, segnali.. delle spiegazioni insomma..
Ma le tracce scritte o video che potremmo lasciare potrebbero andare perdute.. anzi molto probabilmente andrebbero perdute perché i supporti su cui verrebbero incise andrebbero distrutti!

Ma anche riuscendo a scrivere o a registrare video su supporti abbastanza durevoli da attraversare il tempo resta sempre una domanda: scrivere o parlare.. ma in che lingua?!

Le lingue parlate oggi probabilmente saranno estinte e indecifrabili tra 1000 secoli.. a dire il vero anche tra 100 secoli.
Molte lingue del nostro passato remoto ci sono oggi assolutamente incomprensibili, di altre comprendiamo solo pochissimo.

Per quanto riguarda i simboli, come i pittogrammi.. la cultura influenza queste cose: quelli che a noi, oggi, sembrano chiari simboli di pericolo per altre culture potrebbero avere una valenza completamente diversa o risultare del tutto incomprensibili!
Pensate ad esempio al famoso teschio con sotto le tibie incrociate.. già noi, oggi, vi vediamo almeno tre significati: la morte o comunque il pericolo, i pirati o la ribellione!

 

Gatti radioattivi ed edifici spaventosi

Per mantenere viva la memoria storica e ricordare ai posteri la presenza di siti pericolosi perché radioattivi sono state fatte molte proposte.. alcune davvero particolari!

Jean-Noël Dumont, a capo del progetto Andra – che è l’agenzia nazionale francese incaricata della gestione dei rifiuti radioattivi -, ha proposto l’utilizzo di supporti durevoli come la ceramica o lo zaffiro o, addirittura, una carta permanente che riuscirebbe a rimanere integra per ben 5 secoli. Il problema è che su questi supporti bisognerebbe scrivere qualcosa.. e qui si ritorna al fatto che difficilmente le nostre lingue saranno comprensibili tra così tanto tempo!!

Secondo altri una soluzione sarebbe segnalare chiaramente la presenza dei depositi costruendo ingressi dall’espetto minaccioso.. ma, anche qui, ciò che per noi può risultare minaccioso potrebbe essere solo buffo o strano in futuro!
Inoltre la curiosità umana è bene nota.. pensate a cosa è successo alle piramidi egizie!

Tra le proposte più bizzarre vi è l’istituzione di una sorta di sacerdozio atomico che preservi attraverso i secoli la memoria del sito e la sua pericolosità. Oppure la creazione di gatti geneticamente modificati che cambiano colore se nell’ambiente sono presenti radiazioni, quindi una sorta di allarme vivente.

In realtà comunque la soluzione più promettente oggi, la scelta verso cui si stanno orientando la maggior parte delle nazioni è un’altra. Ma per vedere qual’è torniamo da dove siamo partiti: in Finlandia, Suomi in finlandese..

 

Onkalo e la soluzione finlandese

Oggi, 2022, vicino alla centrale nucleare di Olkiluoto, in Finlandia, è in costruzione Onkalo (“il buco” in finlandese).
Onkalo è un sito per il deposito di scorie nucleari radioattive: il deposito è costruito a 420 metri di profondità ed è lungo 60 km.

Questo modernissimo sito è progettato per restare intatto per 100mila anni: quindi, almeno teoricamente, anche sopravvivere al genere umano.

Dal 2025 Onkalo entrerà in uso e dovrà contenere 6500 tonnellate di scorie e rifiuti nucleari radioattivi provenienti da due centrali nucleari finlandesi (anzi da tre, dato che ne è in costruzione una terza!).

Secondo i calcoli il deposito sarà pieno nel 2125 circa: quando ciò avverrà sarà chiuso e il suo ingresso sigillato con rocce. Poi sopra il sito verrà poi fatta crescere una foresta.

A questo punto si cercherà di mantenere la memoria della presenza del sito e della sua pericolosità per 5 secoli. Dopo di chè, quindi trascorsi quindi 500 anni, il sito sarà semplicemente dimenticato.

Sì, questa è la risposta del governo finlandese: niente simboli o scritte o strani avvertimenti.. semplicemente l’oblio.

 

La città francese sotterranea delle scorie

E già, è proprio così.. vi stupirà ma ad oggi l’oblio resta la scelta più gettonata per difendere i depositi di scorie nucleari.

In Europa anche la Francia sta considerando di utilizzare stabilmente il modello finlandese.

La nazione ha un serio problema a riguardo: la Francia è lo stato europeo che ospita il numero più alto di centrali nucleari, ben 58, e dipende per oltre il 70% dall’energia nucleare.

In Lorena, presso la piccola cittadina di Bure, è previsto nel 2025 l’apertura di un’enorme deposito, una vera e propria città sotterranea dei rifiuti radioattivi.
E quando sarà pieno si dovrà decidere come segnalarlo ai posteri oppure, seguendo il modello finlandese, segnalarlo solo per un periodo più o meno lungo di secoli e, dopodiché, dimenticarlo.

 

Quindi è meglio dimenticare?

Per quanto l’idea dell’oblio non sia poi così assurda, va detto che la Finlandia è, almeno teoricamente, un caso particolare.

La Finlandia ha una sismicità quasi assente: qui i terremoti sono un evento altamente improbabile.

Inoltre la nazione possiede un basamento roccioso di granito, con la rispettabile età di quasi due miliardi di anni, che è stato compattato da ben cinque glaciazioni.

E, non ultimo, la Finlandia è un paese sotto-popolato: tanto spazio e poca gente. Pensate che la Finlandia ha una superficie maggiore di quella dell’Italia, maggiore di oltre 30mila km2, ma una popolazione di 5milioni e mezzo di abitanti circa, mentre noi siamo circa 60 milioni..

Tutte queste caratteristiche rendono certamente la Finlandia un caso più unico che raro e forse qui l’idea di dimenticare semplicemente il deposito di scorie radioattive è applicabile, mentre altrove potrebbe essere un rischio troppo alto.. o forse no!

D’altronde anche la Finlandia ha infatti i suoi potenziali problemi: questo è il paese dei laghi!
Le infiltrazioni di acqua sono sicuramente un pericolo per i depositi di scorie radioattive nucleari: quindi qui torniamo al problema strutturale del sito.. ma il deposito in costruzione promette di essere a tenuta stagna.

Che dire? Vedremo!
Anzi, no.. non saremo noi a vederlo!

 

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FONTI:

  • Gatti radioattivi e sacerdoti atomici, tutte le idee per avvisare i posteri del pericolo nucleare, di Andrea Minoglio, LaRepubblica, 22/12/2021.
  • Finland buries its nuclear past, Richard Black, BBC, NEWS, 27/04/2006.
  • Journey deep into the Finnish caverns where nuclear waste will be buried for millenia, Helen, Gordon, Wired, 24/04/2017.
  • Francia, tra i vigneti il deposito dei rifiuti radioattivi che oggi non fa più paura, AdnKronos, Focus, 9/9/2015.
  • Déchets nucléaires, Greenpeace France, 2018.
  • Stockage des déchets nucléaires: le scénario du chaos, l’argument clé en faveur de Cigéo, G.Guichard, LeFigaro, 14/09/2021.