Campioni olimpici europei

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In questi giorni, siamo a fine luglio 2021 per chi ci ascolta in differita, si stanno disputando le Olimpiadi 2020.. con un anno di ritardo causa Covid!
Per restare in tema oggi parliamo di campioni olimpici europei che hanno fatto la storia dello sport e che magari non conoscete.
Alice Milliat (Francia)
Alice Joséphine Marie Million, nota come Alice Milliat, nata a Nantes in Francia nel 1884.
Rimasta vedova giovanissima, dedicò la sua vita allo sport: fu una nuotatrice e canoista ma, soprattutto, pioniera dello sport femminile.
Alice fu capo del comitato di organizzazione dei Giochi Olimpici Femminili, svoltisi la prima volta nei primi anni ‘20: questi giochi vennero ideati per protesta contro il Comitato Olimpico Internazionale che, all’epoca, escludeva le donne dalla partecipazione ai Giochi Olimpici.
I primi Giochi Olimpici Femminili si disputarono a Parigi, nel 1922: vi parteciparono 77 atlete, provenienti da 5 paesi.
Nel 1928 il Comitato Olimpico convinse Alice Milliat a cambiare il nome ai Giochi Olimpici Femminili che divennero Giochi Mondiali Femminili: in cambio venne offerta una parziale apertura alle donne delle Olimpiadi ufficiali.
Ai Giochi Olimpici di Amsterdam del 1928 vennero ammesse 5 gare riservate alle donne.
Alice Millat è morta a Parigi nel 1957.
Paavo Nurmi (Finlandia)
Paavo Johannes Nurmi, nato a Turku in Finlandia nel 1897.
Fu uno dei così detti “finlandesi volanti”, come venivano chiamati i mezzofondisti finlandesi che negli anni ’10 e ’20 fecero incetta di medaglie alle Olimpiadi.
Paavo è stato infatti un mezzofondista e fondista: vinse nove medaglie d’oro e tre d’argento alle Olimpiadi tra il 1920 ed il 1928.
In questi anni fu il miglior mezzofondista e fondista del mondo: stabilì un numero impressionante di record mondiali, su distanze dai 1500 metri ai 20 km.
Alle Olimpiadi di Parigi del 1924 vinse l’oro sia nei 1500 che nei 5000.. correndo entrambe le gare in giro di una sola ora!
Paavo Nurmi divenne famosissimo in Finlandia: venne dato il suo nome a un aereo e a un asteroide scoperto da un astrofisico finlandese, la sua faccia venne stampata sulle banconote e ecc..
Quando nel 1952 le Olimpiadi si tennero a Helsinki fu suo l’onore di accendere la fiamma olimpica.
Una curiosità!
Proprio nel corso delle Olimpiadi del ‘52, venne intervistato da uno dei pochissimi giornalisti italiani inviati per l’evento, Gianni Brera, della Gazzetta dello Sport: l’intervista avvenne in latino, unica lingua che i due avevano in comune!
Quando Paavo Nurmi morì nel 1973 la Finlandia gli tributò i funerali di stato.
Ondina Valla (Italia)
Trebisonda Valla, nota come Ondina Valla, nata nel 1916 a Bologna, in Italia.
Il particolare nome Trebisonda venne scelto dal padre: sarebbe una italianizzazione di Trabzon, città turca amata dall’uomo.
Considerata già a 13 anni una promessa dell’atletica, Ondina dovette rinunciare a partecipare ai Giochi Olimpici del 1932 di Los Angeles a causa della ferma opposizione del Vaticano, che non riteneva moralmente accettabile che una ragazza di 16 anni vi partecipasse, anche considerando che la delegazione italiana era composta solo da uomini.
Ondina Valla partecipò ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936 dove fu la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro, negli 80 metri ostacoli.
La vittoria aiutò non poco la presenza femminile nello sport nell’Italia fascista: il regime osteggiava da sempre lo sport femminile, considerandolo moralmente discutibile se non addirittura pericoloso per la salute delle donne.. il successo ai Giochi Olimpici di Ondina, però, fece sì che il regime iniziasse a promuovere, almeno in parte, la partecipazione delle donne allo sport in nome della “celebrazione della razza italica”.
Ondina Valla fu una sportiva poliedrica: nel 1937 stabilì il primato nazionale di salto in alto e negli anni successivi gareggiò nel lancio del disco e nel getto del peso; si ritirò dallo sport agonistico negli anni ‘50. Ondina Valla è morta nel 2006, a 90 anni.
Larisa Latynina (Ucraina)
Nata in Ucraina, allora parte dell’Unione Sovietica, nel 1934.
Ginnasta, partecipò a 3 olimpiadi tra il 1956 e il 1964, vincendo un totale di 18 medaglie: 9 d’oro, 5 d’argento e 4 di bronzo.
Larisa detenne il record del maggior numero di medaglie olimpiche fino al 2012, quando venne superata dal nuotatore statunitense Michael Phelps.
Larisa Latynina si ritirò nel 1966 e lavorò come allenatrice fino al ‘77.
Oggi, nel 2021, all’età di quasi 90 anni, vive vicino a Mosca ed è cittadina russa.
Pietro Mennea (Italia)
Nato a Barletta, in Puglia, Italia, nel 1952.
Noto come la Freccia del Sud, fu medaglia d’oro ai 200 metri piani alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 dove stabilì un record olimpico di velocità che venne battuto da un atleta statunitense solo nel 1996, 16 anni dopo.. ad oggi, comunque, ben 40 anni dopo, il record di Mennea rimane imbattuto a livello europeo: infatti solo due persone al mondo hanno fatto un tempo migliore: lo statunitense Johnson e il giamaicano Bolt.. ma nessun europeo!
Mennea è l’unico duecentista che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive: dal 1972 al 1984.
Nel 1997 ha ricevuto l’Ordine Olimpico.
Pietro Mennea non fu solo un atleta: fu anche politico, commercialista, avvocato e saggista.
Nel corso della sua vita conseguì ben 4 lauree: in Lettere, Giurisprudenza, Scienze politiche e Scienze motorie.
Morì nel 2013 di cancro al pancreas, all’età di 60 anni.
Nadia Comaneci (Romania)
Nadia Comaneci, nata a Onești, in Romania, nel 1961.
É stata la prima ginnasta ad aver ottenuto 10, il massimo punteggio, ai Giochi olimpici.. non a caso il tabellone segna punti indicò “1” al momento dell’assegnazione del punteggio: nessuno aveva mai raggiunto 10, la perfezione, e il tabellone non era predisposto!
Alle Olimpiadi Nadia ha vinto cinque medaglie d’oro: tre nel 1976 a Montreal e due nel 1980 a Mosca, oltre ad una lunga serie di medaglie d’oro ai Mondiali, Europei e Universiadi (per un totale di 16).
Ad oggi è la più giovane ginnasta ad aver vinto l’oro alle Olimpiadi: a Montreal, nel ‘76, all’età di 14 anni.. record che rimarrà imbattuto dato che ora l’età minima per partecipare è 16 anni!
Questo miracolo della ginnastica fu il frutto di un allenamento e una disciplina rigorosissima, attuata in modo eticamente discutibile dai suoi allenatori Béla e Márta Károlyi.
Ma contestualizziamo il tutto.
All’epoca del suo trionfo olimpico la Romania era una dittatura comunista, il cui dittatore era Nicolae Ceaușescu.
Ceaușescu fu in carica come presidente (dittatore..) della Romania socialista dal 1967 al 1989, anno in cui la rivoluzione rumena culminò con un processo contro lui e la moglie Elena e la condanna a morte di entrambi, eseguita il 25 dicembre, il giorno di Natale, del 1989.
Il successo olimpico portò Nadia Comaneci ad essere celebrata come “eroe del lavoro socialista”: divenne un trofeo, un simbolo, una pubblicità vivente da mostrare al mondo. Appena 15enne, la fama la portò ad essere scelta, contro la sua volontà, come amante dal terzogenito 25enne del dittatore Ceaușescu.
Nel 1981 Nadia Comaneci partecipò al tour americano Nadia 81, nel corso del quale i suoi allenatori e il coreografo chiesero e ottennero l’asilo politico negli Stati Uniti. Dopo la loro defezione la vita di Nadia cambiò ulteriormente in peggio: le fu proibito lasciare il paese e i suoi spostamenti vennero controllati con rigore.
Nel 1984, ad appena 23 anni, dopo aver tentato il suicidio, Nadia Comaneci si ritirò ufficialmente dalle competizioni sportive: fu una vera sorpresa per il mondo dello sport, dato che l’annuncio del ritiro avviene nell’anno delle Olimpiadi di Los Angeles a cui l’atleta non partecipò.
Nel 1989, nel corso della rivoluzione rumena, Nadia lasciò il paese e si trasferì negli Stati Uniti.
Gigante della ginnastica, l’unica atleta del mondo ad aver ricevuto l’Ordine Olimpico due volte, Nadia Comaneci è considerata oggi una delle più grandi ginnaste del XX secolo.
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