La preziosissima sabbia

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La preziosissima sabbia

sabbia

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Mi ritengo una persona istruita. E anche informata. Ho studiato a lungo, mi aggiorno, leggo molto. Ma questo proprio non lo sapevo. O meglio non ci avevo proprio mai pensato.
Ma andiamo con ordine.

 

I materiale più estratto al mondo

Qual’è il materiale più estratto al mondo?
La sabbia. Ne viene estratta tra i 47 e 59 miliardi di tonnellate all’anno in media.

Perché?
La sabbia serve per moltissime cose ma, soprattutto, per produrre cemento e asfalto (e il vetro).

Nuove costruzioni, nuove strade.. questo fenomeno è particolarmente evidente in paesi come la Cina, dove l’economia al galoppo sta portando a una crescita esponenziale di città che, progressivamente, erode ciò che resta di foreste e territori incontaminati. Considerate che la Cina da sola consuma quasi la metà della sabbia estratta ogni anno.

La sabbia è anche preziosa per tutte quelle nazioni che stanno sprofondando a causa dell’innalzamento dei mari come le Maldive.

Ma non è solo il mero consumo che preoccupa.

Il mondo si ostina a costruire come se il pianeta e le sue risorse fossero infinite, senza preoccuparsi della sostenibilità: si pensi alla fame di suolo, ossia all’assurdità di continuare a costruire in terreno naturale, come foreste, mentre intere aree industriali vengono abbandonate al degrado (ne abbiamo trattato nella puntata n50 relativa ai luoghi abbandonati d’Europa).

Mentre si consuma come se non ci fosse un domani il terreno, si fa lo stesso con risorse non rinnovabili come la sabbia: la si usa per realizzare ad esempio, abbiamo visto, cemento, lo stesso cemento poi non lo si ricicla, come non si ricicla una struttura quando non serve più ma semplicemente la sia abbandona e le macerie delle demolizioni finiscono in discarica, dove inquinano, invece di essere riciclate.

 

Il deserto del Sahara non è tutta sabbia??

Ma.. un attimo.. mi pare di sentirvi..
E il deserto? Dune e dune di sabbia.. Il Sahara è immenso!!

Ve lo siete chiesti tutti vero?!
A dire il vero me lo sono chiesto anche io la prima volta che ho letto di questo problema.
Abbiamo il deserto del Sahara, una enorme, mastodontica, cava naturale proprietà di popoli poverissimi che sarebbero disposti a vendere a chiunque qualsiasi cosa per due soldi (popoli e nazioni di cui, tra l’altro, non frega nulla a nessuno).

In realtà la sabbia non è tutta uguale.

La sabbia geologicamente parlando è il materiale con granelli di diametro tra 1/16 di millimetro e 2 millimetri.
L’origine della sabbia è molteplice: può avere origine da rocce erose, da gusci o scheletri di esseri viventi, dalla precipitazione chimica di acque ipersaline..

Essenzialmente insomma la sabbia non è tutta uguale e quella del deserto del Sahara non è adatta per produrre, ad esempio, il cemento: infatti la sabbia usata per le costruzioni nei paesi arabi come Dubai viene dall’Asia.

 

La sabbia di spiagge e fiumi

Quindi la sabbia del deserto del Sahara non va bene.

Ma quale sabbia serve? Quella delle spiagge o dei letti dei fiumi.

Vogliamo fare un esempio?
Bene, qui entra in gioco l’Europa. Anzi entriamo proprio in gioco noi: l’Italia.

L’Italia è ricca di sabbia: daltronde abbiamo molte spiagge e davvero tanti fiumi.
Su tutti voglio portavi l’esempio di un caso in particolare: il fiume Po.

 

Il fiume Po in Italia

Il fiume Po si trova nell’Italia del nord, la sua sorgente è nelle Alpi Cozie in Piemonte. Il Po attraversa la Pianura Padana da ovest a est e ha il suo delta nel Parco Ragionale Veneto del Delta del Po, in Veneto appunto, dove si getta nel Mar Adriatico (delta che, tra l’altro, per la sua importanza ambientale, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO).

Il letto del fiume Po si sta abbassando progressivamente ma non per motivi naturali: a causa degli scavi abusivi

(e questo non lo dico io ma lo hanno denunciato varie testate giornalistiche italiane, come la Repubblica).

 

Rubare la sabbia

Eh, sì, perché vi è una vera e propria mafia della sabbia.
D’altronde “rubare” la sabbia è facile: le spiagge, i letti dei fiumi sono alla portata di tutti e le estrazioni illegali sono difficile da contrastare.. inoltre, spesso limitare l’accesso alla sabbia è molto costoso.

Come evidenzia uno studio pubblicato su Science nel settembre del 2017 “A looming tragedy of the sand commons” (“una tragedia incombente delle risorse della sabbia”), la sabbia è oggetto di un notevole commercio illegale.
Lo studio prende ad esempio di questo traffico mondiale due nazioni: l’India e l’Italia.

Per quanto riguarda l’India è stato pubblicato sul National Geographic un interessante articolo di denuncia in proposito: “La Mafia della Sabbia A piedi lungo le Terre dei Fiumi depredate dell’India” (National Geographic, 2019).
Il traffico illegale della sabbia in Asia è un mercato enorme che ha fatto scomparire intere isole, letteralmente scavate via dai trafficanti (!).

Per quanto riguarda l’Italia gli scandali legati alla sabbia sono frequenti, ma la nostra stampa non se ne preoccupa quando invece dovrebbe, forse non considerando realmente importante la cosa.
Si parla molto più spesso di cemento disarmato, ossia cemento realizzato male usato per costruire edifici, spesso, pubblici, che poi crollano: certamente anche questo è un problema certamente reale come ha evidenziato, tra gli altri una ricerca di Lega ambiente (vedasi lo studio Cemento Disarmato, Lega Ambiente, 2009).

Torniamo ad esempio al nostro fiume Po.
In un articolo della Repubblica del lontano 2004 Maurizio Fontanili, allora presidente della provincia di Mantova, denunciava (e qui cito) «continui furti di materiale sabbioso dal letto del Po», sottolineando il «regime di connivenza tra autorità e aziende, di tangenti a coprire un problema noto da anni».

 

Ma davvero la sabbia è così preziosa??

Perché è così grave quello che sta succedendo?!

Voglio dire, lo so cosa state pensando.
Che sarà mai! È solo sabbia! Anche se ne portano via un po’.. e comunque si può sempre rimettere!

Scavare in modo intensivo, rimuovere tonnellate e tonnellate di sabbia da un letto di un fiume, o metri cubi da una spiaggia, è un’azione che ha delle conseguenze molto pesanti sull’ecologia del luogo. Detto così sembra la solita frase fatta, quasi uno slogan quindi cercherò di spiegarmi meglio.

L’eccessiva rimozione di sabbia dall’alveo dei fiumi provoca fenomeni di erosione regressiva, che uniti al disboscamento delle coste dei fiumi, ha conseguenze pericolose sull’integrità del fiume stesso.. insomma: in caso di alluvione l’acqua si porta via tutto.

A tutto questo va unita la devastazione dell’ecosistema fluviale: la flora e la fauna fluviale vengono enormemente compromessi da tutto questo e quello che è un delicato ecosistema in equilibrio da tempo crolla.

Il ripascimento artificiale di sabbia di spiagge e letti dei fiumi esiste, certo, ma, come abbiamo visto per le foreste europee nella puntata n37, non si può pensare di risolvere il problema così: un ecosistema ormai distrutto, esistente da secoli, non può essere ricostruito in un secondo.
Inoltre spesso la sabbia nuova aggiunta è diversa da quella rimossa: per diversa intendo geologicamente parlando e questo è un problema.
Come detto per le foreste, i sistemi di emergenza, il correre ai ripari dopo avere distrutto un delicato ecosistema in equilibrio da decadi, non portano alla somma 0 in 5 minuti. E no, non va tutto a posto.

Ci vogliono milioni di anni per creare la sabbia: oggi noi ne utilizziamo 200 tonnellate solo per costruire una villetta bifamiliare.

Dal 1900 a oggi il consumo di sabbia è cresciuto in modo esponenziale.. come sarà il futuro?

 

FONTI & DATI

Molti dei dati che ho riportato qui vengono da un interessante e dettagliato articolo del marzo del 2014 dell’UNEP (trovate il link nella lista in fondo, è il primo articolo).

Cos’è l’UNEP?
L’UNEP è il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, un’organizzazione internazionale che opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell’ambiente e dell’uso sostenibile delle risorse naturali.

Altri articoli citati & fonti:
“Sabbia, più rara di quello che si pensi.” Unep, Global Environmental Alert Service (2014);
“Ladri di sabbia sulle rive del Po” R. Bianchin, LaRepubblica (2004);
“La mafia della sabbia prosciuga il Po”, La Gazzetta di Reggio (2004);
“La mafia della sabbia. A piedi lungo le Terre dei Fiumi depredate dell’India.” National Geographic (2019);
“Cemento Disarmato”, Legambiente (2009);
“La sabbia non è infinita” L. Bignami, Focus (2017).

 

Ascolta “Ep76 – La preziosissima sabbia” su Spreaker.

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