Le mummie europee

Europa Grand Tour

Le mummie europee

mummia

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Io sono sempre stata affascinata dalle mummie.

Sarà perché in quei trenta secondi in cui ho pensato di tentare il test di ammissione a medicina mi sono immaginata medico anatomopatologo.. (che no, non è solo il così detto “medico legale”, è soprattutto il medico che formula la diagnosi di malattia grazie all’esame dei tessuti..).

Sarà per questo o perché ho sempre visto nell’archeologia un punto di incontro tra le discipline scientifiche e quelle umanistiche, e lo studio delle mummie è uno degli ambiti in cui questi due grandi ambiti del sapere si fondono.

Non lo so. Ma le mummie mi hanno sempre affascinato.

Ricordo come fosse oggi la prima volta che ne ho vista una: è stato al Museo Egizio di Torino.
Avevo 5 anni e ricordo che mia madre mi ha sollevata per farmi vedere meglio una delle mummie del museo. La mummia in questione era una delle tre sorelle che ancora oggi si trovano al museo.
Come aveva vissuto? Cosa faceva quando era viva? Chi era?
Immaginare che quella cosa lì era stata una persona vissuta centinaia di anni prima mi ha colpito moltissimo ed è stata una delle spinte per iniziare ad amare la storia e desiderare di conoscerla.

E poi, certo, le mummie mi hanno aiutato da bambina a comprendere il concetto di morte oltre che, in un certo senso, ad accettarlo come un fatto della vita stessa.

Perché in fondo è questo che ci attrae delle mummie, o no?
Il gusto dell’orrido, del macabro e tutto quell’alone di mistero e raccapriccio, e, in un certo senso di rifiuto, che circonda la morte nella cultura italiana. Ma di questo abbiamo già parlato approfonditamente nella puntata dedicata ai cimiteri e alla loro visita, la numero 49, a cui rimando..

Ma torniamo a noi!

Parlando di mummie si pensa sempre alle mummie dell’antico Egitto o al massimo dell’America precolombiana.. ma anche l’Europa ha le sue mummie!
Oggi parliamo proprio di queste: le mummie europee!

 

Mummie naturali e rituali

Prima di tutto dobbiamo differenziare tra due tipi di mummie:

le mummie naturali, ossia i corpi che sono diventati mummie per caso, in seguito ad un processo naturale;

le mummie rituali, ossia create appositamente con tecniche di imbalsamazione per motivi religiosi o comunque, appunto, rituali (quindi come quelle egizie);

So che state pensando a Otzi, la Mummia del Similaun, la mummia di un uomo vissuto nell’Età del Rame, quindi tra il 3300 e il 3100 a.C, rinvenuta in un ghiacciaio nel 1991 tra Austria e Italia.
Non ne parleremo oggi perché si tratta di un caso isolato e preferisco trattarne, più approfonditamente, in una puntata dedicata alle preistoria.

 

Le mummie di palude (m. naturali)

Le mummie di palude sono corpi mummificatesi naturalmente perché dentro una torbiera.

Cos’è una torbiera?
La torbiera è un ambiente caratterizzato da grande abbondanza di acqua in movimento lento e a bassa temperatura cioè è un acquitrino o palude. (citaz. da Wikipedia versione italiana).

Nelle torbiere l’acidità dell’acqua, il freddo e la mancanza di ossigeno permettono che si conservino le parti molli del corpo, come gli organi interni e la pelle (che diventa scura).
Questi organi si conservano così bene che è possibile addirittura prendere le impronte digitali dalle dita o analizzare il contenuto dello stomaco di persone morte millenni fa come farebbe un medico legale con un cadavere morto da pochi giorni!
In queste mummie la conservazione dello scheletro è invece molto rara perché l’acido presente nella torba scioglie il carbonato di calcio delle ossa distruggendole.

Queste mummie sono state ritrovate in nord Europa soprattutto in Gran Bretagna, Irlanda, Germania (nord), Paesi Bassi, Danimarca e Svezia.

Ma perché questi corpi si trovano nelle paludi?

Beh, diciamo che le paludi erano un modo per disfarsi di cadaveri non, diciamo così, comuni: queste infatti non erano decisamente sepolture comuni.
So cosa state pensando, novelli investigatori di CSI.. non si tratta neanche di individui morti in incidenti casuali, ossia caduti per errore nella palude e lì affogati.. ma ci arriveremo!

I corpi che le paludi hanno restituito risalgono a epoche molto diverse: da 5500 anni fa circa, per i più antichi, a pochi secoli fa per i più recenti.
Nello specifico la mummia più antica risale a ben 8000 anni fa, il Koelbjerg Man, mentre la mummia più recente è del XVI secolo, quindi il 1500.

Ma al di là dell’epoca in cui sono vissuti,

tutti questi corpi hanno una cosa in comune: non sono persone morte di morte naturale.
Sono stati tutti uccisi.

E spesso sono stati uccisi in modo efferato (addirittura a volte i loro corpi sono stati anche mutilati).

Ad oggi non sappiamo se si tratta di omicidi rituali, quindi sacrifici umani, o di esecuzioni di condannati a morte.

Per i cadaveri più recenti, quelli risalenti al 1500, si tratta in alcuni casi di condannati a morte che avevano rifiutato i sacramenti o di suicidi: tutte persone che non potevano essere seppellite in terra consacrata, in un cimitero quindi, e che sono state gettate nelle paludi perché non ritenute degne neanche di una tomba.
Infatti la mummia di palude più recente appartiene ad una donna irlandese morta suicida.

Molte della mummie di palude ritrovate appartengono ad individui vissuti in epoca celtica, quindi tra il XIII secolo aC e il XI secolo dC, ossia tra i 3300 e i 1000 anni fa circa.
I celti facevano sacrifici umani.. o almeno così hanno lasciato scritto gli antichi greci. Quasi nulla della letteratura o dei riti celti è giunto fino a noi in maniera diretta: le tradizioni celte si basavano sulla trasmissione orale e tutte le fonti scritte giunte fino a noi sono greche o addirittura romane: noi conosciamo i celti per come li conoscevano i loro nemici.

Detto ciò le mummie di palude celte presentano molte caratteristiche comuni:

  • sono tutte persone morte di morte violenta: pugnalati, bastonati, impiccati o strangolati, ecc.;
  • a volte presentato più lesioni ossia sono morte per impiccagione ma sono stati anche pugnalati o percossi;
  • quasi tutti sono persone probabilmente appartenenti a classi elevate: persone generalmente in buona salute, ben nutrite, spesso con indumenti e ornamenti di pregio, mani con unghie ben curate che evidenziavano l’assenza, in vita, di duro lavoro manuale;
  • in alcuni casi si tratta di persone con disabilità o con malattie che, non curate, portavano a problemi motori ma non sono rare, anzi, le persone in ottimo stato fisico.

Vittime sacrificali? Esecuzioni?
Non si sa.

Ma facciamo un esempio.

L’uomo di Tollund (Danimarca)

L’uomo di Tollund è stato trovato in una torbiera nello Jutland, in Danimarca.
Quest’uomo è vissuto nel IV secolo aC, quindi tra il 400 aC e il 300 aC..

La mummia è davvero impressionante: il volto è così ben conservato che pare stia dormendo.

Infatti quando nel 1950 venne trovato per caso, da due persone andate a prendere della torba da bruciare nella stufa, queste pensarono di trovarsi di fronte una persona morta da poche ore e si recarono immediatamente alla polizia per denunciare quello che ritennero essere un omicidio con occultamento di cadavere!
Le autorità compresero presto che si trattava di un ritrovamento archeologico e la mummia venne studiata: purtroppo le tecniche di conservazione dell’epoca non erano molto avanzate e le analisi spesso distruttive.. dal 1950 ad oggi è giunta fino a noi solo la testa di questa mummia, mentre il corpo, dopo averne estratto gli organi per studiarli, è stato essiccato.

Oggi sappiamo che l’uomo era alto 161 cm, aveva tra i 30 e i 40 anni (ma più rughe, ovviamente, di una persona di oggi a quell’età!) e il suo ultimo pasto fu un porridge di verdure e sementi consumato tra le 12 e le 24 ore prima di morire. Sappiamo anche che assunse sostanze allucinogene alcune ore prima di morire.

E sappiamo come è morto: è stato impiccato, intorno al suo collo vi è ancora il cappio con cui è stato ucciso (e sappiamo che quella è la corda dell’impiccagione perché i segni sulla pelle del collo corrispondono!).

La presenza di un cappio intorno al collo, la corda dell’impiccagione, è comune nelle mummie di palude: alcune però, oltre ad avere una corda intorno al collo presentano ferite, come la ragazza di Yde (rinvenuta nei Paesi Bassi) che venne accoltellata.

Sul sito del museo di Sikeborg in Danimarca, luogo dove è conservato, potete vedere le foto dell’uomo di Tollund: come potete vedere il suo viso è perfettamente conservato, sembra stia dormendo, anche la mummia ha circa 2300 anni!

L’uomo di Grauballe (Danimarca)

Io personalmente ho trovato davvero impressionante la mummia dell’uomo di Grauballe.
La testa è conservata bene, anche se non al livello dell’uomo di Tollund, ma è il corpo ad essere perfetto, in particolare le mani e i piedi: considerate che è stato possibile rilevare le sue impronte digitali! Sembra una scultura: si possono vedere le pieghe della pelle, i muscoli e i tendini tesi sotto pelle, le linee dei palmi..

Anche in questo caso si tratta di una morte violenta: gli è stata tagliata la gola, da orecchio ad orecchio.
L’uomo aveva circa 30 anni al momento della morte.

L’uomo di Grauballe è stato trovato in Danimarca, nello Jutland centrale.

Sul sito del museo di Moesgaard in Danimarca, luogo dove è conservato, potete vedere le foto dell’uomo di Graubelle: come potete vedere le mani, le gambe e i piedi sono conservati in modo impressionante! La mummia ha 2290 anni circa.

 

Le mummie Guanci (m. rituali)

Prima di tutto: chi sono i Guanci?

I Guanci o Guanche in spagnolo sono o, meglio, erano il popolo originario delle isole Canarie.
In particolare sono l’unico popolo auctoctono della Macaronesia: come abbiamo visto nella puntata dedicata alle isole di Madeira e Porto Santo, nelle altre isole della Macaronesia i colonizzatori spagnoli e portoghesi non trovarono nessuno al loro arrivo (è vero che la presenza umana nelle Azzorre prima dell’arrivo dei colonizzatori europei è discussa.. comunque..).

I Guanci erano di fatto ancora all’Età della Pietra quando arrivarono gli spagnoli nei primi anni del 1400 e iniziò la conquista delle isole Canarie: per la fine del secolo i Guanci sono sconfitti. Tra epidemie e uccisioni, a metà del 1500 i Guanci non esistevano più.

Tra le varie testimoneanze della loro esistenza giunte fino a noi vi sono le mummie.

I Guanci, in particolare coloro che vivevano a Tenerife, mummificavano alcuni loro morti per motivi religiosi: la mummificazione era appannaggio degli appartenenti alle classi più alte.

Le mummie venivano realizzate con un processo simile a quello degli antichi egizi.
I mummificatori erano una specifica classe sociale e la pratica era divisa per genere: le donne mummificavano i corpi femminili, gli uomini quelli maschili.
Le mummie venivano poi avvolte in pelli e poste in grotte inaccessibili.

Purtroppo nei secoli molte necropoli vennero saccheggiate: le mummie erano ricercate in Europa e in Asia sia come curiosità che per realizzare farmaci.
Originariamente dovevano essere migliaia le mummie Guanci ma oggi ne restano molte meno.

Il Museo Canario di Las Palmas di Gran Canaria in Spagna permette una visita virtuale, come fosse Google Earth per capirci.. gironzolando tra le sale del museo potete vedere la stanza dedicata alle mummie (è al secondo piano).
Il link per la visita virtuale è qui: cliccate su “Ver visita virtual”. Date un’occhiata, è davvero interessante ed è gratis: ho potuto visitare il museo senza uscire di casa!

 

Le mummie delle catacombe dei cappuccini (m. rituali)

Il convento dei Cappuccini a Palermo, annesso alla chiesa di Santa Maria della Pace, ha nei propri sotterranei delle vaste catacombe dove vi sono migliaia di mummie esposte. Alcune di esse sono distese, ma per la maggior parte le mummie si presentano in piedi, in nicchie alle pareti, disposte su due file, una dal pavimento in su e la seconda immediatamente sopra.. essenzialmente le mummie occupano tutta la parete fino al soffitto (sul sito ufficiale delle catacombe dei Cappuccini trovate le foto sia delle mummie che delle catacombe stesse ).

Come iniziò tutto questo?

A metà del 1500 i frati decisero di costruire un cimitero più grande per ospitare i propri confratelli defunti: si decise di riesumare e spostare alcuni cadaveri precedentemente inumati.. così si scoprì che ben 45 corpi si erano mummificati naturalmente.
La notizia si sparse in fretta e in breve i frati iniziarono a ricevere richieste per accogliere cadaveri secolari nel loro cimitero miracoloso, richieste che in parte accolsero.

Nel 1783 i frati decisero di monetizzare la cosa: essi garantirono la mummificazione e l’eterno riposo nelle catacombe a tutti coloro che erano in grado di permetterselo. Le catacombe così crebbero: vennero scavati nuovi corridoi e il numero degli sopiti aumentò notevolmente.
Le catacombe divennero anche un’attrazione turistica: la loro visita era una delle tappe più note del Grand Tour.

Nel 1880 la pratica di seppellire i morti nelle chiese o nei sotterranei venne proibita per ragioni igienico sanitarie e il cimitero venne chiuso a nuovi ingressi.. salvo pochissime eccezioni.

Una di queste eccezioni fu fatta per Rosalia Lombardo, bambina morta nel 1920, a 2 anni, e imbalsamata da un noto medico dell’epoca per volere del padre della piccola che non riusciva ad accettarne la morte.
La mummia di Rosalia è considerata la mummia più bella del mondo: avrete visto sicuramente le sue foto, se non l’avete mai vista potete trovarla qui, nel sito ufficiale delle catacombe del Cappuccini.

Per le catacombe dei Cappuccini rimando alla puntata ad esse dedicata del podcast Camposanto di Giulia Depentor (ho intervistato Giulia nella puntata n49 di questo podcast deve trovate tutti i link.

 

 

Ascolta “Ep75 – Le mummie europee” su Spreaker.

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