Brexit: il Regno Unito è (definitivamente) uscito dall’Europa!

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.. lo sentite? No, davvero, lo sentite?..
Sì, il silenzio, certo.
L’assordante silenzio con cui molti media italiani hanno accolto l’arrivo definitivo della Brexit.
Certo, certo.. c’è il coronavirus, è (era) Natale, ci sono le feste..
Ma è questa secondo me la notizia della settimana: dal 1 gennaio 2021 il Regno Unito è definitivamente uscito dall’Unione Europea.
A dire il vero il Regno Unito aveva lasciato l’Unione Europea il 31 gennaio 2020, ma questi mesi, dal 1 febbraio 2020 al 31 dicembre 2020, sono stati un periodo di transizione in cui, sostanzialmente, tutto era rimasto immutato.. insomma il Regno Unito era fuori dall’Unione Europea solo nella forma ma non nella sostanza.
Ma ora il periodo di transizione è finito.
Ebbene cosa cambia?
Molto. Lo abbiamo letto a spizzichi e bocconi nei giornali in questi mesi, annegato tra gli articoli sul coronavirus e quelli sulle elezioni americane, ne ha bofonchiato qua e là il premier inglese. Diciamo che la cosa è passata un po’ in sordina.
Vediamo cosa è cambiato davvero e cosa, in futuro, dovrebbe succedere.
Cosa NON cambia con la Brexit?
Allora alcune cose resteranno immutate.
Ad esempio il Regno Unito non ha mai adottato l’euro, ma ha mantenuto la sua moneta nazionale, la sterlina.
Il Regno Unito non ha mai aderito alla Convenzione di Schengen (come non vi ha mai aderito l’Irlanda), quindi sono sempre stati controllati i documenti d’identità dei viaggiatori in arrivo e in partenza..
Per capirci: se un italiano passa in confine tra l’Italia e la Francia non c’è nessun blocco, nessuna frontiera e non viene fatto alcun controllo, né vengono controllati i documenti: di fatto spesso non ci si accorge di valicare un confine; se un italiano arrivava prima del 31 gennaio in aereo a Londra invece veniva controllata la carta di identità (anche se in modo molto sommario).
Quindi i controlli verranno effettuati come sempre e questo non cambia. Cambiano però i documenti!
Cosa cambia adesso con la Brexit a pieno regime?
Dallo scoccare della mezzanotte di Capodanno, quando abbiamo detto addio al nefasto 2020, il periodo di transizione è finito: il Regno Unito è fuori dal mercato unico europeo.
Da questo momento in poi le relazioni tra i paesi dell’Unione Europea e il Regno Unito saranno regolate da accordi e trattati internazionali negoziati tra il premier britannico, attualmente, Boris Johnson e i leader europei.. come, ad esempio, l’accordo firmato la vigilia di Natale 2020 dopo infiniti negoziati.
Vediamo nel dettaglio i cambiamenti.
SPOSTAMENTI PER TURISMO
Chiariamo subito che a differenza di quanto temevano in molti non sarà necessario un visto per andare in vacanza nel Regno Unito.
I cittadini europei possono entrare in Regno Unito per turismo con la sola carta di identità fino al 31 ottobre 2021, dopo sarà invece necessario il passaporto biometrico, come quello necessario per entrare negli USA.
Con questi documenti è possibile risiedere in Regno Unito per 180 giorni annuali al massimo, dei quali non più di tre mesi consecutivi: per soggiorni più lunghi è necessario richiedere il visto per lavoro o studio.
LAVORO
Non sono previste agevolazioni di nessun tipo per cittadini europei richiedenti visto: il francese, l’italiano o l’irlandese verrà considerato alla pari di un cittadino di un qualsiasi paese del mondo, quindi come un americano, asiatico o africano.
Avranno la precedenza nell’ottenere il visto di lavoro coloro che hanno già firmato un contratto con un’azienda inglese prima di trasferirsi e, in generale coloro che hanno un reddito superiore ai 28mila euro annui.
Lo scopo è negare il permesso di soggiorno a lavoratori non qualificati: infatti, e qui cito testualmente dal nuovo regolamento, “i visti verranno dati a coloro che possono dare un contributo all’economia britannica”.. questi lavoratori sono coloro che hanno titoli di studio o qualifiche professionali richieste (come medici, scienziati, informatici).
Attenzione però: non vi è più un accordo bilaterale per il riconoscimento delle qualifiche professionali tra Europa-Regno Unito!
Il titolo di studio abilitante, ad esempio, alla professione di medico conseguito in Italia sarà valido nel Regno Unito solo se le due nazioni faranno un accordo tra loro (che oggi non c’è..), mentre prima il tutto rientrava tra gli accordi tra gli stati europei.
Considerando il costo insensatamente alto delle università britanniche e la cronica scarsità di lavoratori quali medici, infermieri ecc.. sarà divertente vedere come il Regno Unito farà fronte al problema ora che ha inasprito le norme e, di fatto, sta facendo di tutto per scoraggiare i trasferimenti.
In ogni caso queste regole valgono per i nuovi arrivi: per gli europei che vivono da anni nel Regno Unito vigono le vecchie regole.
Considerate che in Gran Bretagna vivono oltre 3 MILIONI di europei!
ASSISTENZA SANITARIA
Il Regno Unito ha un’assistenza sanitaria pubblica e gratuita.
In quanto nazione membro dell’Unione Europea era possibile per ogni europeo accedere alle cure mediche nel Regno Unito con la tessera sanitaria europea (italiana), quella che tutti noi usiamo per accedere al sistema sanitario nazionale.
Ora questo non è più possibile, quindi sarebbe necessario stipulare un’assicurazione sanitaria privata per viaggiare nel Regno Unito.
In passato, prima dell’Unione Europea e della libera circolazione, vi erano diversi accordi tra le nazioni europee che si basavano sul principio della reciprocità: tu fai accedere alla sanità pubblica del tuo stato i miei cittadini e io faccio lo stesso con i tuoi.
Nel caso del Regno Unito vi era un trattato del genere che garantiva a noi italiani di accedere alla sanità pubblica inglese durante viaggi e/o vacanze e permetteva ai cittadini britannici di fare altrettanto in Italia.
Bisogna quindi vedere se il Regno Unito stipulerà nuovi accordi con i singoli paesi (e se questi accordi verranno accettati).
Anche perché altrimenti ad esserne danneggiato sarà più il Regno Unito che l’Europa!
Un europeo potrebbe viaggiare senza pagare l’assicurazione sanitaria in tutta Europa, ma non nel Regno Unito (e questo scoraggerebbe i viaggi nell’isola inglese), mentre un cittadino britannico si troverebbe a dover stipulare assicurazioni sanitarie private a go-go, appena mette piede fuori della sua isola!
STUDIO
Accanto alla questione di visti per studio c’è la spinosissima questione dell’Erasmus.
Con grande sorpresa di alcuni e, in generale, indignazione e desolazione di molti (me compresa) il premier inglese ha deciso di bloccare il programma Erasmus, famoso programma che permette a migliaia di studenti ogni anno di studiare in università estere.
Perché lo ha fatto? Perché “costa troppo” e perché sono più gli europei che si recano nel Regno Unito piuttosto che gli inglesi che vanno all’estero.
Si potrebbero fare molte considerazioni su questa infausta decisione ma, decisamente, non si tratta di semplice miopia o ignoranza socio-culturale o storica: questa è una decisione politica.
L’Erasmus sarà sostituito da un nuovo programma, detto Alan Turing, con cui gli studenti britannici andranno in America e, forse, in Asia. Tra l’altro questo nuovo programma costerà una fortuna: secondo le stime circa 100 milioni di sterline!
Questa decisione è stata presa mesi fa, con la benedizione del presidente americano Trump che, però, nel frattempo ha perso le elezioni (che sfortuna, eh Boris? Non te lo aspettavi, eh?!..).
Inghilterra e il resto del Regno Unito..
Il Regno Unito include l’Inghilterra, la Scozia, il Galles (che formano la Gran Bretagna) e l’Irlanda del Nord.
Il regno di sua maestà comprende poi altre zone sparpagliate nel mondo che sono ciò che resta del grande gruppo di colonie del fu Impero britannico.
Cosa cambia in questi luoghi con la Brexit?
IRLANDA DEL NORD
Tanto ci sarebbe da dire sull’infausta situazione dell’Irlanda del Nord per quanto riguarda la Brexit.. Vi dedicherò un articolo approfondito in futuro, ora consideriamo solo un aspetto: l’Erasmus.
Il programma Erasmus non è finito per tutti gli studenti britannici infatti..
i nord irlandesi continueranno ad andare in Erasmus in Europa.. e lo faranno a spese dell’Irlanda!
Questo scherzetto costerà all’Irlanda 2 milioni di euro all’anno: milioni che il governo irlandese garantisce ogni anno a TEMPO INDETERMINATO, ossia per sempre, e definisce non una questione di soldi, quindi non un costo come lo ha definito il premier britannico, ma un investimento per il futuro nonchè per l’unità dell’isola.
Con questa frase sibillina l’Irlanda sigilla un messaggio notevole: paese per secoli poverissimo e, diciamocelo, non proprio amato dall’isola inglese, l’Irlanda ha sempre visto nell’Europa una possibilità di riunirsi di fatto con l’Irlanda del Nord: la ricomparsa del confine e dei controlli non è una buona notizia per gli irlandesi in generale e i nord irlandesi in particolare!
In l’Irlanda del Nord sono poi in corso accordi e discussioni per quanto riguarda la movimentazione delle merci tra le due Irlande e tra queste il Regno Unito..
SCOZIA
In Scozia ben 2 cittadini su 3 hanno votato in favore del restare in Europa quando c’è stato il referendum. A tutto questo, va unito lo spirito indipendentista mai sopito.
Non sorprende quindi che la premier scozzese Nicola Sturgeon abbia dichiarato: «La Scozia tornerà presto, Europa. Lasciate accese le luci».
Il partito nazionalista scozzese conta di stravincere le elezioni a maggio 2021 e rifare un referendum per lasciare il Regno Unito e ottenere l’indipendenza (e come stato indipendente chiedere di entrare in Eu!).
Sarebbe da ridere se poi, una volta entrata in Europa, la Scozia adottasse anche l’euro!
GIBILTERRA
Gibilterra è un città che si trova in Spagna, ma è anche un territorio d’oltremare britannico..
e, da quest’anno, è parte dello spazio Schengen!
Questa paradossale decisione – Gibilterra è entrata nello spazio Schengen di libera circolazione quando il Regno Unito, ossia la sua nazione di cui è di fatto colonia, ha lasciato l’Unione Europea – è stata presa dopo una lunga discussione tra Spagna e Regno Unito.
Quindi ad oggi non c’è nessun confine o controllo tra Spagna e Gibilterra, ma vengono fatti controlli all’aeroporto o al porto per chi arriva dall’estero.
Perché tutto questo?
Certamente per un problema pratico dovuto alla situazione diciamo, geografica, di Gibilterra rispetto alla Spagna, ma anche per un motivo politico: nel referendum del 2016 il 96% degli abitanti di Gibilterra hanno votato per restare in Europa.
Che altro?
Ci sarebbe ancora molto da dire..
Ad esempio le nuove regole delle importazioni ed esportazioni Regno Unito-Unione Europea, ma la discussione in proposito non è conclusa quindi preferisco trattarne in futuro!
In estrema sintesi, attualmente non sono stati introdotti dazi doganali ingenti o tariffe punitive, ma molti paletti burocratici, e qui cito dal Sole24Ore, “come dichiarazioni doganali, licenze speciali, formalità e certificazioni, test di conformità e controlli, che si prevede rallenteranno le procedure alle frontiere.”.
A questo proposito è particolarmente complessa la situazione dell’Irlanda del Nord i cui commerci con il resto dell’Irlanda costituiscono un giro di milioni, oltre ad essere necessari a livello logistico.
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Qui i link ad articoli interessanti in proposito: Ansa, La Repubblica, Sole24Ore. sempre Sole24Ore.
Qui poi si può leggere di più sui negoziati in corso Europa-RegnoUnito: Camera dei deputati-Ufficio rapporti con l’Unione Europea.