La Transnistria, uno stato d’Europa che non sapevi esistesse

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La Transnistria, uno stato d’Europa che non sapevi esistesse

transnistria-bandiera

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Davvero: io non lo sapevo.
La prima volta che ho sentito nominare la Transnistria è stato in un manga giapponese (un fumetto giapponese) e ho subito pensato che, se dovevano proprio inventare uno stato finto, potevano almeno dargli un nome credibile!

In realtà, e l’ho scoperto recentemente, la Transnistria esiste davvero: il suo nome ufficiale è Repubblica Moldava di Pridniestrov o Pridnestrovie e ha come capitale Tiraspol, una città moldava.

Transnistria-Moldavia

In questa cartina potete vedere dove si trovano la Transnistria e la Moldavia

Eh sì, perché la Transnistria è in realtà parte della Repubblica di Moldavia: si tratta di una striscia di terra allungata e stretta, che si estende lungo quasi tutto il confine est/nord-est della Moldavia, sulla sponda orientale del fiume Nistro, dove la Moldavia confina con l’Ucraina.. infatti il suo nome significa oltre o presso il Nistro.

Si tratta di uno stato indipendente de facto, ma non riconosciuto dai Paesi membri dell’ONU: la Transnistria è considerata, dal resto del mondo, parte della Repubblica di Moldavia.

Ah, tra l’altro, attenzione: la Moldavia è una nazione lunga e stretta tra la Romania e l’Ucraina (è importante, ci torneremo).

 

Le origini della Transnistria

Per capire un attimo cosa sia la Transnistria bisogna conoscerne un minimo la storia.

Allora: cercherò di essere breve e concisa!

Tutto inizia con la rivoluzione russa del 1917: finisce l’impero russo e nasce la Repubblica Sovietica.
La Repubblica Sovietica era una federazione di stati che, tutti insieme, componevano l’Unione Sovietica: così dalle macerie dell’impero si formano i vari stati federati.
La storia dell’URSS la conosciamo tutti, più o meno: Lenin, i soviet, Stalin.. ecc..
In quegli anni la zona dove oggi vi sono gli stati di cui andiamo a parlare – ossia la Romania, Moldavia, l’Ucraina e la Transnistria – viene divisa, invasa e rimescolata più volte.
Poi c’è la seconda guerra mondiale che i russi, parte della forze alleate, vincono.

E qui le cose si complicano.

Alla fine della seconda guerra mondiale vengono definiti i confini tra le varie repubbliche sovietiche: la Moldavia è un cuscinetto tra la Romania e l’Ucraina, il cui scopo è anche risolvere il problema dei tanti rumeni che vivono su suolo ucraino.

Da questo momento in poi la Moldavia subisce un’intensa opera di russificazione.
Ad esempio viene imposto di scrivere la lingua moldava in caratteri cirillici: considerate che il moldavo non è una vera e propria lingua a sé, ma è, di fatto, rumeno.. una variante dialettale del rumeno, se vogliamo, con influenze ucraine e russe, soprattutto a livello lessicale.

Infatti il mondavo è considerato dai linguisti un esempio di separatismo politico della lingua!
(Tra l’altro: il rumeno è una lingua romanza, molto simile all’italiano.. immaginate cosa deve essere scriverlo coi caratteri cirillici!!).

Comunque, da dopo la guerra in poi la zona che corrisponde all’attuale Transnistria diventa più ricca del resto della Moldavia:

se la Moldavia è un paese prevalentemente agricolo,
la Transnistria ha industrie e, soprattutto, qui sono state costruite dai russi le centrali elettriche del paese..
La Transnistria fornisce il 90% dell’elettricità della Moldavia.

 

La nascita e la guerra della Transnistria

Transnistria-moldavia

Tiraspol, capitale della Transnistria

Nell’anno della caduta del muro di Berlino, il 1989, la situazione in Moldavia è incerta e tesa.

Mentre la Russia sovietica cade in pezzi, la Moldavia si trova ad avere una popolazione composta da 70% di moldavi e da 20% di ucraini e russi, questi ultimi quasi tutti residenti in Transnistria.

Il problema della lingua ufficiale poi si fa sempre più sentire: parliamo moldavo, ossia rumeno, o russo? E se moldavo scritto con caratteri latini o cirillici? E la popolazione ucraina e russa che non parlava rumeno? D’altronde il rumeno, lingua romanza, è molto diverso dal russo! C’è la stessa differenza che c’è tra l’italiano e il russo!

Il 2 settembre 1990 è proclamata unilateralmente la Repubblica Moldava di Transnistria (MRT).

Meno di un anno dopo, il 27 agosto 1991 il parlamento moldavo vota la dichiarazione di indipendenza della Repubblica di Moldavia: il territorio include la Transnistria.

Inoltre il parlamento moldavo chiede al governo dell’URSS (che di lì a pochi mesi cesserà di esistere per diventare la Federazione Russia) di ritirare la 14ª armata da Tiraspol, attuale capitale della Transnistria.. ma cosa ci faceva lì un’armata russa, in una terra apparentemente di così poca importanza? La 14ª armata era stata inviata, almeno ufficialmente, allo scopo di difendere quello che era il più grande deposito di munizione russo, sito appunto in Moldavia, o meglio, in Transnistria.
La Russia rifiuta di ritirare le proprie forze, ordinando alla 14ª armata di restare dov’era..
Così nel marzo del 1992 inizia la guerra di Transnistria.

La guerra di Transnistria vede:
da un lato la Transnistria e la 14ª armata russa, supportati dall’Ucraina,
e dall’altro la Moldavia supportata dalla Romania..

In soldoni: Russia e Ucraina (e Transnistria) VS Moldavia e Romania.

La guerra finisce il 21 luglio del 1992 e il trattato di pace viene firmato dall’allora presidente russo Boris Yeltsin e dal presidente moldavo Snegur.

.. e come si è conclusa la cosa?

Dopo decenni, interventi da parte dell’Unione Europea, degli USA..
..un tentativo nel 2003 da parte della Russia di Putin di trasformare la Moldavia in una federazione in un la Transnistria fosse però predominante a livello politico..
..un tentativo da parte dell’Ucraina di fare da mediatore..

..dopo tutto ciò, non è cambiato assolutamente nulla!

L’esercito russo è ancora lì a difesa del famoso deposito di munizioni (non solo per quello..),
la Transnistria esiste di fatto ma non è riconosciuta dalla Moldavia ne da altri paesi..

A dire il vero la Transnistria non è riconosciuta ufficialmente neanche dalla Russia!
Ad oggi sono solo tre i paesi che riconoscono la Transnistria come indipendente: la Repubblica dell’Artsakh (nazione autoproclamatasi indipendente dall’Azerbaigian), l’Ossezia del sud e l’Abcasia (entrambi territori rivendicati dalla Georgia).

Questo anche perché, nel frattempo, la questione Moldavia-Transnistria si è sempre più legata all’aggressiva politica estera di Putin, il nuovo zar russo, volta a riportare l’agemonia russa sui territori che un tempo erano parte dell’URSS e, prima ancora, dell’impero russo (politica che, ovviamente, Unione Europea e USA non apprezzano).

L’ultimo incontro per tentare di risolvere la questione è del 2010 in cui Moldavia, Transnistria, Russia, Ucraina, Unione Europea e USA si sono incontrati a Vienna.
In seguito ai negoziati la linea ferroviaria Chișinău (capitale della Moldavia)-Odessa (Ucraina) che passa attraverso la Transnistria ha riaperto ma niente di più. Tra l’altro il treno ferma a Tiraspol, capitale della Transnistria, e questo è l’unico modo per raggiungerla.

 

Le radici del problema

transnistria-ponte

Su questo ponte si può vedere la bandiera della Transnistria.

Comunque la situazione della Transnistria è tutt’oggi calda e, come altrove nel mondo, trova le sue radici in un problema etnico e nazionalistico: la Moldavia è a maggioranza rumena, mentre la Transnistria è a maggioranza russa.

Oggi infatti la Transnistria ha oltre mezzo milioni di abitanti che, secondo il non proprio recentissimo censimento del 2004, sono così suddivisi:

Moldavi: 31,9%;
Russi: 30,3%;
Ucraini: 28,8%.

Risulta che, negli anni, in Transnistria il numero dei moldavi/rumeni sia diminuito, mentre sia aumentato quello dei russi e degli ucraini. In Moldavia, invece, si è verificato il fenomeno opposto.

Secondo varie indagini gli abitanti della Transnistria hanno aspettative diverse sul futuro del paese in base alla loro appartenenza etnica: chi è moldavo vorrebbe che la Transnistria si riunificasse con la Moldavia, i russi vorrebbero l’indipendenza o l’annessione alla Russia, gli ucraini l’indipendenza o l’annessione all’Ucraina.

 

L’economia della Transnistria

L’economia della Transnistria si basa sulle fabbriche, in gran parte ormai obsolete, costruite dai russi decenni fa.

Tra queste vi è una fabbrica di munizioni che, da sola, costituisce una grande parte del reddito della nazione.
Vi è poi la fabbrica Sheriff, l’unica autorizzata ad esportare all’estero e i cui proprietari detengono un grande potere, oltre a possedere un grande controllo sull’economia della nazione (posseggono pompe di benzina, supermercati, ecc).

Secondo molti osservati internazionali la Transnistria è sede di molti traffici illeciti, soprattutto di droga ma anche di, diciamo, semplice contrabbando, pilotati dalla mafia russa.

La Transnistria ha una moneta propria: il rublo della Transnistria, moneta non riconosciuta a livello internazionale che credo sia agganciato al rublo russo.

Secondo un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 13 maggio del 2014 (a firma di Pietro Guastamacchia), la Transnistria apparirebbe oggi come uno strano fantasma sopravvissuto alla caduta dell’Unione Sovietica: la polizia indossa divise sovietiche, i servizi segreti si chiamano ancora Comitato di Sicurezza Nazionale (ossia KGB), sulla sua bandiera verde e rossa svetta ancora la falce e il martello (la vedete nell’immagine principale di questo articolo), la burocrazia per gli stranieri che visitano il paese estenuante, i controlli della polizia sui cittadini molto presenti.. ma, allo stesso tempo, la nazione appare molto più tranquilla e sicura rispetto alle sue vicine.

In ogni caso, dal 2014 ad oggi, le cose saranno forse cambiate.. e, statua di Lenin a parte, dai commenti ai locali di sushi di Tiraspol tutto sembra certo molto più vicino alla realtà europea odierna che alla Russia dei soviet!

Il paese è stato segnalato da diverse associazioni internazionali non governative per la violazione dei diritti umani e per l’assenza di libertà di stampa ed espressione.

 

 

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L’immagine principale di questo articolo rappresenta la bandiera della Transnistria.