L’AIDS

Europa Grand Tour

L’AIDS

AIDS-SIDA-HIV

(Se invece di leggere preferisci ascoltare vai in fondo alla pagina!)

A dire il vero avevo preparato un’altro argomento per questa settimana, ma poi ho cambiato idea leggendo i giornali.. ora, ad agosto del 2020, i media sono invasi da opinioni e opinionisti, perché di notizie vere e proprie ce ne sono poche, che parlano del coronavirus spesso, tra l’altro, senza avere nessuna competenza in materia.

Stiamo vivendo una pandemia e così, ho pensato, quali altre pandemie ha vissuto questo nostro mondo?
Un’infinità a dire il vero.
Di una delle più famose ho già trattato: la famosa peste nera e l’influenza spagnola. Poi certo ci sarebbe il famoso vaiolo..
Alla fine ho deciso di trattare di una malattia che è tra noi da tanto e ora, adesso, ogni anno continua a mietere vittime indisturbata e di cui, ormai, si parla purtroppo sempre meno: l’AIDS.

 

Malattie e cure

Come detto nella puntata 39 sulla peste nera..

Sono solo due le malattie eradicate dall’azione umana nella storia.

La prima malattia scomparsa grazie all’azione umana è il vaiolo.
Questa malattia è stata eradicata e dichiarata estinta dall’OMS nel 1979 grazie al vaccino: l’ultimo contagio naturale diagnosticato in Somalia il 26 ottobre del 1977.

Non è mai stata scoperta una cura per il vaiolo: l’eradicazione della malattia si deve al vaccino.

L’altra malattia scomparsa grazie all’azione umana è la peste bovina, una malattia che colpisce solo i ruminanti e non l’uomo, dichiarata eradicata dall’OMS nel 2011.

Tra l’altro voi direte: “..e le altri terribili malattie di cui abbiamo letto nei libri e visto nei film?”
Ci sono ancora: molte sono curabili, molte sono evitabili grazie ai vaccini (si pensi alla difterite o il tetano!), altre sono tutt’oggi pericolose e richiedono profilassi e trattamenti preventivi quando ci si reca in paesi a rischio (si pensi alla malaria), altre ancora sono solo curabili se si interviene subito (come il colera o la rabbia). Molte sono poco diffuse grazie ai maggiori livelli di igiene.

Per quanto riguarda la peste.. la malattia oggi è curabile se la cura viene somministrata tempestivamente: la cura sono semplicemente gli antibiotici.

 

Cos’è l’AIDS?

Come si può leggere nel sito della Lila, la Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids e qui cito: “HIV è il virus dell’immunodeficienza umana: una volta entrato nell’organismo, attacca alcune cellule del sistema immunitario indebolendo progressivamente le naturali capacità di difesa. Se l’infezione non viene trattata con i farmaci, può comportare una grave compromissione del sistema immunitario e l’insorgenza di infezioni opportunistiche e tumori (ossia quindi all’ AIDS)”.

AIDS è l’acronimo di Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita in inglese; in alcuni paesi come in Spagna si usa l’acronimo SIDA (in teoria anche in Italia).

L’AIDS è trasmessa per via sessuale, attraverso rapporti (sia etero che gay) non protetti dal preservativo, o per trasmissione ematica, ossia attraverso il sangue tramite siringhe infette, ma anche trasfusioni con sangue infetto o dalla madre al proprio figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.

Ora vediamo un po’ di storia..
Ci tengo a precisare che parlando di AIDS tutti i documentari, film, ecc. danno una particolare rilevanza alla storia dell’AIDS dal punto vista degli Stati Uniti.. ma dato che questo podcast è dedicato all’Europa io non lo farò.

 

La nascita dell’AIDS

L’AIDS è nata in Africa, più precisamente nell’Africa centrale, quasi certamente da un salto di specie dallo scimpanzé, ferocemente cacciato nella zona.

Si ritiene che la prima infezione su umano sia del 1920: ne è infettato probabilmente un cacciatore di scimpanzé del Congo (ex Congo Belga, attuale Repubblica Democratica del Congo, nell’Africa centrale), forse mangiando carne di scimpanzé.
Secondo altre ricerche il primo caso di AIDS sarebbe invece più vecchio, tra il 1880 e il 1918.

Comunque sia.. nella prima metà del XX secolo la malattia si diffonde in Africa centrale, soprattutto nelle grandi città, e viene scambiata per una forma del così detto “mal sottile”, ossia di tubercolosi.

Ma l’AIDS non rimane in Africa: si sposta presto negli altri continenti.

Il primo caso confermato di AIDS nel mondo fuori dall’Africa è Robert R., morto di AIDS nel 1969 negli Stati Uniti.
Robert ha solo 16 anni e non ha mai lasciato il suo stato di origine il Missuri (o comunque il Midwest): questo significa che la malattia è già presente nel paese. Che la morte di Robert sia dovuta all’AIDS viene accertato solo nel 1989 e non è mai stato chiarito come il ragazzo avesse contratto la malattia.

In Europa sono stati due i primi casi ufficiali di AIDS, casi tra l’altro emblematici per la differenza di contagio: Arvid Noe e Grethe Rask.

Arvid Noe è un marinaio norvegese: serve nella marina mercantile dal 1961 al 1968 e in questi anni visita l’Africa due volte.
Lasciata la marina rientra in patria dove lavora come camionista girando l’Europa, oltre a sposarsi e avere una figlia.
Inizia ad avere i primi problemi di salute già negli anni ’60, ma la malattia si aggrava negli anni ’70: nel 1976, a 30 anni, muore dell’allora ancora sconosciuta AIDS. L’anno dopo muoiono anche sua moglie e sua figlia di 9 anni, sempre di AIDS.
Tra l’altro Noe è nel corso della sua vita un assiduo frequentatore di prostitute, che incontrava nei suoi viaggi prima come marinaio in giro per il mondo poi come camionista in giro per l’Europa: inconsapevolmente ne contagia molte e loro, altrettanto inconsapevolmente, contagiano altre persone.

Grethe Rask è un medico chirurgo danese: lavora come medico in Africa, nello Zaire (oggi Repubblica Centro Africana del Congo), per circa 10 anni, prima per ricerca e poi in ospedali per la Croce Rossa Internazionale.
Grete inizia ad avere i primi sintomi nel 1974 che si aggravano progressivamente negli anni successivi.. rientrata in Danimarca, muore nel dicembre del 1977 a Copenhagen, a 47 anni, di quella che qualche anno dopo sarebbe stata chiamata AIDS.

Ufficialmente questi sono i primi tre casi al mondo di morti di AIDS fuori dall’Africa: un ragazzino americano dei sobborghi che non ha mai lasciato la sua città, un marinaio/camionista norvegese trentenne etero dai facili costumi che ha girato il mondo, una dottoressa danese (probabilmente gay) di quasi 50 anni che ha lavorato in Africa.
Persone diverse, di nazionalità diverse, con background completamente diversi.

Comunque questi casi, all’epoca in cui avvengono, sono considerati pazienti affetti da malattie misteriose interessanti solo per i medici e le riviste scientifiche.

 

Gli anni ’80: l’AIDS si diffonde

Con il passare degli anni, però, la malattia e i relativi morti si diffondono sempre più prepotentemente: negli Stati Uniti nei primi anni ’80 ne vengono fortemente colpite le comunità gay di Los Angeles, San Francisco e New York.

Infatti all’inizio l’AIDS è considerata una sorta di peste gay, che colpisce solo gli uomini gay o, eventualmente, i tossicodipendenti: una malattia quindi che riguarda solo una parte della popolazione.

Ed è un vero shock per l’opinione pubblica quando iniziano ad esserci casi documentati di malati che non rientrano in questa categoria: in particolare molti sono i casi di emofiliaci che, dovendo ricorrere spesso a trasfusioni, finiscono per essere infettati da sangue di sacche infette (sangue donato da persone che non sanno di essere malate.. perché ricordo che l’aids si identifica con esami specifici, non bastano semplici esami di routine!).

Nel 1982, negli Stati Uniti, il medico americano di origine italiana Robert Charles Gallo accerta l’origine virale dell’epidemia, riconoscendo l’azione di un retrovirus.

Nel 1983 Françoise Barré-Sinoussi, un’immunologa parte del gruppo guidato da Luc Montagnier all’Institut Pasteur in Francia, scopre il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) che è la causa dell’AIDS.
Per questa scoperta Françoise Barré-Sinoussi e Luc Montagnier otterranno il premio Nobel per la medicina il 6 ottobre 2008.

Insieme alle scoperte scientifiche si diffonde però anche la disinformazione e il pregiudizio.
Nel 1983-4 alcune pompe funebri statunitensi rifiutano di occuparsi del funerale di coloro che sono morti di AIDS. E si possono trovare interviste dell’epoca in cui la gente si dice spaventata da alcune categorie di persone che considera untori della spaventosa malattia.

Nel 1985 l’attore americano Rock Hutson dichiara in un comunicato stampa di avere l’AIDS: si tratta del primo personaggio famoso a dichiararsi malato e la reazione della gente è al limite dell’isteria di massa.
Huts
on al momento del comunicato stampa si trova a Parigi, dove si è recato per sottoporsi a cure sperimentali, e, in seguito alla sua dichiarazione, l’ospedale presso cui è ricoverato si svuota: la gente letteralmente fugge per paura di essere contagiata!
Per l’attore, che morirà solo due mesi dopo, sarà anche molto complicato riuscire a trovare una compagnia aerea disposta ad accoglierlo a bordo per rientrare negli stati uniti.

Da metà degli anni ’80, tra il 1985-86, in Europa si iniziano a fare campagne per la prevenzione dell’AIDS e a fare controlli sulle sacche di sangue.

 

L’AIDS in Italia

In Italia, purtroppo, sia il controllo sulle sacche di sangue per le trasfusioni che le prime pubblicità progresso che informavano sulla malattia arrivarono con due anni di ritardo, solo nel 1988.
Questo a causa dell’opposizione dell’allora ministro della sanità Carlo Donat-Cattin
, il quale tra l’altro vieta che si citi il preservativo quale mezzo di protezione dal contagio.

Le prime pubblicità per la prevenzione dal contagio sono confuse e poco chiare, volte più a scatenare la paura. Le cose cambiano nel 1990 con la famosa pubblicità progresso “Se lo conosci lo eviti”.

Che poi è proprio questo il problema che si verifica ancora oggi quando si parla di malattie: si parla alla pancia della gente, si fa leva sulla paura e sulle emozioni e non si fa appello alla razionalità e il buon senso come, invece, sarebbe saggio e doveroso fare.

E poi c’è sempre il problema di non voler affrontare certe tematiche, sperando che la gente creda ancora alla storia dei fiori e delle api..
A questo proposito..

Negli anni ’90, nel 1992 se non erro, viene realizzato il bell’opuscolo “Come ti frego il virus” del fumetto Lupo Alberto di Silver, che spiega ai giovani cosa sia l’AIDS e come non prenderla. L’opuscolo è commissionato dal Ministero della Sanità per le scuole, quindi per informare i giovani, ma viene bloccato dal Ministero dell’Istruzione: questo dà inizio un’infinita polemica.

Comunque l’opuscolo è famoso, l’avrete sicuramente letto se siete nati negli anni ’80.
Infatti a fronte delle iniziali 300mila copie previste alla fine ne vengono stampate 6 milioni, autorizzate e no, per venire distribuite un po’ ovunque: dalle stesse scuole alle discoteche, come allegato dei giornali ecc… il tutto involontariamente sostenuto dall’immensa pubblicità scaturita dalla polemica tra i due ministeri coinvolti (molti giornali e riviste italiane, infatti, dedicano al fatto la prima pagina).

Ah, già che ci sono voglio cogliere l’occasione per ringraziare l’autore o meglio gli autori del famoso opuscolo: io l’ho letto quando ero una ragazzina e devo dire mi è servito.. quindi.. Grazie! Se oggi sono in perfetta salute è anche grazie a voi!

 

Gli anni ’90: il picco dell’AIDS

Negli anni ’90 l’AIDS cresce, anche se, senza internet e i social, la cosa non è così nota alla massa: in questi anni si vedono morire di AIDS diversi personaggi famosi.

Nel 1997 viene raggiunto il picco massimo finora registrato di morti: quasi 3 milioni di morti di AIDS in un anno.

Nel 1991 Hollywood lancia la campagna di sostegno alla ricerca, i famosi nastrini rossi che oggi sono simbolo della lotta all’AIDS.

E mentre procede la ricerca si parla anche di rispetto e non discriminazione verso le persone sieropositive, spesso oggetto di una paura ingiustificata.

In Italia, nel 1991, in risposta ad un articolo di un quotidiano che sosteneva che i baci potessero essere veicolo dell’AIDS, il fondatore dell’Anlaids (Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids) il dottor Fernando Aiuti bacia una sua paziente sieropositiva di 25 anni nel corso di un congresso. La foto che ritrae il bacio è famosa e, devo dire, ha fatto più quella foto che mille dichiarazioni per far capire che le persone sieropositive non sono una minaccia e non costituiscono un pericolo.

 

L’AIDS oggi

La ricerca è progredita.

 Oggi l’AIDS è trattabile anche se non curabile.

Dopo il picco nel 1997, quasi 3 milioni di morti in anno, il numero di morti di AIDS è sceso progressivamente negli ultimi 10 anni.

Con le nuove terapie il numero assoluto di morti è calato in modo significativo: da 1 milione e 700mila morti nel 2004, siamo scesi a 770mila nel 2018 (a livello mondiale).

L’AIDS ha fatto molte vittime a livello globale: sono circa 35 MILIONI LE PERSONE MORTE DI AIDS IN TOTALE.

Oggi nel mondo ci sono 37,9 milioni di persone sieropositive, ossia con l’HIV.

Il continente più colpito dall’AIDS è oggi l’Africa.
Lo stato sud africano dello Swaziland è quello con la percentuale di sieropositivi più alto al mondo: oltre il 28% della popolazione tra i 15 e i 49 anni (considerate che l’aspettativa di vita degli abitanti del paese è di 58 anni circa).

La Russia è uno dei paesi con un maggiore tasso di crescita della malattia AL MONDO.. e non a caso è anche un paese dove è difficile o illegale informare sulla malattia stessa e sopravvivono pregiudizi al limite dal fantascientifico sull’omosessualità.

 

L’AIDS in Europa oggi

In Europa vi sono state 141.552 nuove diagnosi di HIV, tra cui 26.164 dai Paesi di UE e Spazio EconomicoEeuropeo (SEE) secondo l’istituto Superiore della Sanità.

I paesi europei con maggiore incidenza sono Lettonia, Malta e Estonia (in quest’ordine),

mentre i paesi con le percentuali più basse sono la Repubblica Slovacca e la Slovenia.

In generale quasi 80% dei nuovi casi di AIDS si registrano nei paesi dell’est Europa, il 16% nei paesi dell’ovest Europa e l’8% in quelli dell’Europa centrale.

Facendo riferimento ai dati dei 53 paesi europei si può avere un’immagine dell’AIDS oggi.

Se all’origine questa era considerata una malattia legata all’omosessualità, oggi circa il 50% dei malati sono eterosessuali; resta però una maggiore incidenza di uomini: 2 su 3 dei nuovi sieropositivi sono uomini.

Il numero di persone che diventa sieropositivo per motivi legati alla tossicodipendenza è invece ormai molto basso: questo è forse anche legato al fatto che l’eroina e, più in generale, le droghe da iniettare, sono, diciamo, passate di moda.

Quella che in Europa è quasi assente, con percentuali di zero virgola qualcosa, è la trasmissione verticale, da madre a bambino, questo anche grazie all’obbligo di fare il test presente in molti paesi per le donne incinte: sapendo di essere sieropositiva è infatti possibile per una donna avere un bambino sano, se si sottopone ai dovuti trattamenti medici.

La maggior parte delle nuove diagnosi di HIV sono state segnalate tra persone di età compresa tra 30 e 39 anni (35%), mentre tra gli adolescenti e i giovani dai 15 ai 24 anni è del 9% e quella tra gli over 50 è del 18%.

Trovate tutti questi e altri dati aggiornati sul sito dell’Istituto Superiore della Sanità, qui.

 

Film sull’AIDS

Vi voglio consigliare due film che forse non conoscete che trattano in parte dell’AIDS.. no, non è Philadelphia.. che è certamente un bel film, ma credo che lo conosciate tutti.. No, vi voglio consigliare:

il film britannico Pride del 2014 diretto da Matthew Warchus e

il film americano Dallas Buyers Club del 2013 diretto da Jean-Marc Vallée, con protagonista Matthew McConaughey.

Entrambi i film sono ispirati a storie vere: vediamoli..

 

DALLAS BUYERS CLUB

Il pluripremiato Dallas Buyers Club, 6 candidature e 3 Oscar, è un film americano Blockbuster incentrato sull’AIDS.

Ambientato nel 1985-1988, narra la storia di Ron Woodroof un texano, bianco e etero e un po’ buzzurro che prende l’HIV in seguito ad una notte con una donna tossicodipendente sieropositiva. Omofobo e convinto che la malattia colpisca solo gli uomini gay, all’inizio non crede alla diagnosi, ma l’aggravarsi dei sintomi lo spingono a documentarsi personalmente e a ricredersi.

Quando si viene a sapere che è sieropositivo l’uomo perde tutto: amici e lavoro.. senza soldi, solo, in un paese, gli USA, dove la sanità è a pagamento, cerca cure sperimentali all’estero e, testatone i risultati positivi su sé stesso, decide di fondare il Dallas Buyers Club, un’associazione i cui iscritti pagano una retta di 400 dollari mensili per avere tutte le medicine di cui hanno bisogno.

Diventa così un punto di riferimento per una vasta comunità di malati abbandonati dalla società, arrivando a citare in giudizio la Food and Drugs Administration americana (ossia la FDA, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della Salute) perché, proibendo la vendita di alcuni farmaci su suolo americano e costringendolo a comprarli all’estero, danneggia la sua attività imprenditoriale!!

Non vi racconto altro ma, vi assicuro, si tratta di un film che vale la pena vedere e che, tra l’altro, non è il solito film americano strappalascrime (tutt’altro!).

 

PRIDE

Pride è invece un piccolo film indipendente britannico in cui l’AIDS resta sullo sfondo ma, a mio parere, rende una certa atmosfera europea del periodo, soprattutto a livello sociale e politico.

Il film racconta la vita della comunità gay londinese dei primi anni ’80, allora in lotta per i diritti civili.. ma non tratta solo di questo. Il film è infatti ambientato nel periodo 1984-1985, quando i minatori britannici entrarono in sciopero per impedire la chiusura di venti giacimenti carboniferi del Regno Unito, con il conseguente licenziamento di circa 20.000 minatori, voluto dalle politiche neo liberiste dell’allora primo ministro Margaret Thatcher (tra l’altro lo sciopero durò un anno e, alla fine, vinse la Thacher).

Comunque cosa c’entrano i minatori con la comunità gay?! Beh, se lo chiesero in tanti quando nel 1984 Mark Ashton, giovane attivista gay, fondò Lesbians and Gays Support the Miners (LGSM), un piccolo gruppo votato alla raccolta fondi per supportare lo sciopero dei minatori, in particolare di quelli gallesi!
L’idea di base era che, essendo entrambi i gruppi vessati dal governo unirsi e sostenersi poteva essere una buona idea: il vecchio adagio “il nemico del mio nemico è mio amico”..

Non vi dico altro, ma il film è molto carino e, tra l’altro, davvero divertente e scanzonato.

 

Due film molto diversi, anche da un punto di vista politico, e per questo secondo me da vedere entrambi.

La cosa che hanno in comune i due film è la fine delle due persone che hanno ispirato i film stessi, morti entrambi di AIDS.
Ron Woodroof scoprì di essere sieropositivo nel 1986 e morì 6 anni dopo, nel 1992, a 42 anni. Probabilmente sopravvisse così a lungo grazie ai farmaci sperimentali esteri che provò su se stesso.
A Mark Ashton venne fatta la diagnosi di AIDS nel gennaio del 1987 e morì poco più di una settimana dopo. Aveva 26 anni.

 

Un consiglio non richiesto..

Concludendo.. se non l’avete mai fatto, fate il test dell’HIV, soprattutto quando iniziate una relazione stabile: questo sia per rispetto del vostro partner che per voi stessi. Perché, fidatevi, è sempre meglio sapere.

Io ho fatto il test tempo fa, non avevo motivo di aver paura perché sono sempre stata sempre molto responsabile ma, devo dire, un sottile senso di gelida ansia l’ho provato quando mi sono recata a ritirare i risultati..
Detto ciò: fatelo, è un semplice prelievo di sangue, non muore nessuno.. anzi!

 

 

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NOTA ALLA VERSIONE PODCAST

L’AIDS è una malattia anche a trasmissione sessuale, come spero tutti sappiano.
Per non incorrere nella censura delle piattaforme che distribuiscono il podcast e non dover segnalare questa puntata come “con contenuti espliciti” limitandone la diffusione, nel podcast ho trattato l’argomento astenendomi dallo scendere in dettagli espliciti.
Voi intanto riflettete sul fatto che nel 2020 le informazioni mediche possano essere classificate come pornografia e per questo meritevoli di censura..