Andar per cimiteri con intervista a Giulia Depentor di Camposanto

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Andar per cimiteri con intervista a Giulia Depentor di Camposanto

cimitero

(Se invece di leggere preferisci ascoltare vai in fondo alla pagina!)

Sono una persona dal punto di vista particolare.

Mi spiego.

Tutti dicono che il mondo non è bianco o nero: solo chi è privo di fantasia lo vede così. In realtà, dice il detto, il mondo sarebbe grigio.
Eh beh, no, per me no.
Per me il mondo non è bianco o nero né, tanto meno, grigio.. è verde!
E sa di fragole al cioccolato.

Io sono cresciuta divisa tra opposti: Italia e estero, nord/sud/centro Italia.. come potete leggere nella sezione “chi sono”.
Inoltre sono cresciuta in una famiglia popolata da artisti e ragionieri, gente diversissima e dotata dell’incrollabile certezza che il proprio, inusuale, punto di vista fosse in realtà convenzionale e condiviso.

Il macabro, l’horror, ma anche la morte e tutti gli argomenti ad essa correlati sono sempre stati visti con un’occhio diverso dai miei genitori.
Se mia madre, l’artista, rideva di gusto all’idea che qualcuno potesse essere spaventato da quegli straordinari e bellissimi effetti speciali che davano vita agli zombi.. mio padre, granitico nella sua mancanza di fantasia, sbuffava che “quelle robe lì sono per bambini e non possono fare paura, perché non esistono gli zombi!” quando qualcuno gli chiedeva perché, a 8 anni, a me fosse permesso guardare film horror in tv.

E così ho visto la prima volta Alien quando andavo alle elementari, ho sempre potuto ascoltare la musica che preferivo (heavy metal incluso), ho ricevuto in regalo il mio primo libro di Stephen King a 11 anni e sono cresciuta nella ferrea convinzione che Dylan Dog fosse un fumetto per bambini come Topolino (“non ha la sottigliezza psicologica dei manga” sottolineava mia madre, “tanto sono solo disegni di fantasia” diceva mio padre) tant’è che ho smesso di leggerlo a 12 anni passando a letture, secondo me, più adulte (ossia, appunto, i manga giapponesi)..

Che poi.. Alien è un gran film, la musica è tutta almeno interessante e io adoro Stephen King.. ma, onestamente, “La metà oscura”, letta quando andavo alle medie, l’ho trovato un libro un po’ noioso, il mostro di Alien mi faceva tenerezza e, non me ne vogliate, ma trovo tutt’oggi l’heavy metal, con le sue croci rovesciate e i suoi teschi, un po’ ridicolo!

 

Volete sapere cosa mi ha tolto il sonno?

Un libro.
“Il Corsaro Nero”, di Emilio Salgari.

Non scherzo. L’ho letto la prima volta a 14 anni e mi ha dato un’angoscia che ricordo distintamente ancora oggi!

Perché?
Beh, per spiegarvelo devo spoilerare un po’ il romanzo quindi, se non lo avete letto, saltate questa parte.

 

(attenzione trama e spoiler!!)

Senza scendere in troppi dettagli, il Corsaro Nero è la storia di una vendetta

Il protagonista, il Corsaro Nero appunto, vuole (ma deve sarebbe più corretto) vendicarsi di Wan Guld, l’uomo che ha ucciso i fratelli del corsaro stesso: il corsaro ha giurato che essi avrebbero avuto vendetta e ora vive per quello.
Consumato dal suo odio ormai divenuto un’ossessione, sembra trovare pace quando si innamora della bella Honorata.. alla fine del romanzo però scopre che donna è la figlia del suo acerrimo nemico.

Che fare?
Uccidere Honorata permetterebbe di compiere la vendetta: così Wan Guld proverebbe ciò che ha provato lui, perderebbe la sua famiglia, l’amata (e innocente) figlia.
Invece vivere l’amore con la donna significherebbe rinnegare il giuramento fatto e rinunciare alla vendetta e all’onore.

Straziato tra il senso di colpa e il senso del dovere il corsaro alla fine sceglie di non scegliere: non può uccidere colei che ama, ma non può neanche rinunciare all’onore e alla vendetta.. così, vigliaccamente, abbandona l’amata su una piccola barca senza remi in balia del mare, lasciandola in attesa di una lenta e orribile morte, perché l’oceano o la sete faccia ciò che lui non ha il coraggio di fare: ossia uccida Honorata e gli dia la sua vendetta senza però la responsabilità della morte della donna.

Così, mentre Honorata affronta con dignità e coraggio il proprio destino e, in piedi sulla barca alla deriva, scompare all’orizzonte, il Corsaro Nero osserva la scena dal proprio veliero. Quando non la vede più il corsaro cade in ginocchio e piange rendendosi conto che ha perso tutto: l’onore e l’amore.

(fine trama e spoiler!)

 

L’incapacità di affrontare e ridiscutere le proprie convinzionidi affrontare le proprie scelte,

la scoperta che la realtà può essere molto (ma molto) diversa da quello che immaginavamo,

l’angoscia di prendere decisioni dalle conseguenze comunque tragiche,

dove può condurre un’ossessione,

l’incapacità di accettare il passato e andare avanti,

scontrarsi con l’impossibilità di avere ciò che si desidera più di noi stessi,

come il dolore possa avvelenare l’animo di una persona buona e distruggerne la vita..

.. c’è tutto.
Lì, diretto come un pugno nello stomaco, alla luce del sole.
In un certo senso è quasi pornografico.

Ecco: questo non fa dormire la notte e, ancora oggi, mi dà angoscia!
Altro che zombi.

 

Tutto questo preambolo letterario per dire cosa?

Molti considerano macabro, se non pauroso, visitare i cimiteri.

Noi italiani abbiamo un’idea della morte e del lutto un po’ particolare.

Prima ho usato la parola “pornografico”: in un certo senso è vero, molti considerano quasi pornografia la morte e tutto ciò a essa collegata un qualcosa di sporco e oscuro, da tenere lontano dai bambini, qualcosa di cui parlare di nascosto.

Io non sono d’accordo, anzi.

Trovo rilassanti i cimiteri, mi piace camminare tra le tombe e provo gioia quando, almeno una volta l’anno, vado a trovare il luogo di eterno riposo dei miei parenti defunti. Sinceramente mi dispiace molto che nei cimiteri italiani non si possa sedersi tra le tombe e, magari, fare un picnic.

“É dei vivi che devi aver paura” diceva mio nonno a chi gli chiedeva dove aveva trovato il coraggio di offrirsi volontario come barelliere durante la seconda guerra mondiale.. per chi non lo sapesse essere barelliere nelle due guerre mondiali significava andare a raccogliere feriti, moribondi e cadaveri (o parti di essi..)..
Comunque mio nonno aveva ragione: è proprio dei vivi che bisogna aver paura, non dei morti! Basta dare uno sguardo alla cronaca nera di un qualsiasi giornale. Inoltre, francamente, se non hanno raggiunto la pace e la tranquillità loro chi lo ha mai fatto?

 

La visita dei cimiteri

A fianco di queste mie considerazione personali molti cimiteri sono anche interessanti da un punto di vista architettonico: ve ne sono di bellissimi che conservano al loro interno vere e proprie opere d’arte!
Ad esempio, in Italia, vi sono i cimiteri monumentali di Milano e Torino e, soprattutto, lo splendido cimitero di Genova.

Da un punto di vista storico io trovo poi affascinanti i cimiteri militari.
In Italia, tra questi, non si può non citare l’impressionante cimitero di Fogliano Redipuglia in Friuli, dove riposano molti morti della prima guerra mondiale.

Voglio dedicare in futuro una puntata ai cimiteri militari, dato che la storia militare mi appassiona, ma oggi parliamo più in generale del turismo cimiteriale (nel senso positivo del termine!).
Per approfondire l’argomento cimiteri c’è oggi con noi un’esperta: Giulia Depentor, autrice del podcast Camposanto dedicato, appunto, ai cimiteri e alla loro visita.

 

Queste le domande fatte a Giulia:

 

1. Camposanto, un podcast dedicato ai cimiteri e alla loro visita.. come ti è nata questa passione?

2. Nel tuo podcast tu dici che dai cimiteri, da come un popolo si approccia alla morte, si capiscono molte cose del popolo stesso.. ad esempio? Sapresti fare degli esempi reali magari relativi all’Europa?

3. Tra i cimiteri europei quali consiglieresti e perché?

4. E tra i cimiteri italiani?

5. Qual’è il cimitero più interessante che hai visto fino ad oggi?

6. Per concludere due parole su di te.. tu hai viaggiato molto, hai vissuto in molte città europee e non solo, oggi vivi a Berlino.. che vi fai lì e come ti trovi?

 

VUOI SAPERE COSA HA RISPOSTO GIULIA?
ASCOLTA L’INTERVISTA E SCOPRI I CIMITERI D’EUROPA
Giulia ci parla anche di Berlino, in Germania, dove vive da tempo!

 

 

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La foto di questa pagina ritrae la cattedrale di Vyšehrad e il suo antico cimitero, a Praga in Repubblica Ceca.

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