La fecondazione assistita in Europa e il turismo riproduttivo (IUI e FIVET)

Europa Grand Tour

La fecondazione assistita in Europa e il turismo riproduttivo (IUI e FIVET)

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(Se invece di leggere preferisci ascoltare vai in fondo alla pagina!)

CI TENGO A PRECISARE CHE LA VERSIONE PODCAST DI QUESTO ARTICOLO è STATA CENSURATA PER NON DOVER SEGNALARE LA PUNTATA COME ESPLICITA e DI CONSEGUENZA LIMITARNE DIFFUSIONE.. mentre riflettiamo tutti su quanto sia assurdo che nel XXI secolo si possa confondere la pornografia con nozioni medico-scientifiche, invito all’ascolto del podcast perché, alla fine, la versione censurata è, pur rimanendo informativa, molto divertente!
Per questo motivo ho scelto una foto di api e fiori come immagine di questo articolo: spero che si colga l’ironia..

Ci tengo inoltre a precisare che la legge italiana in materia di PMA cambia molto velocemente: ho aggiornato alcune parti dell’articolo qui sotto con il tempo, quindi quanto scritto potrebbe non coincidere del tutto con la puntata del podcast che, purtroppo, non può essere aggiornata!

 

La fecondità è un problema moderno?

 

UN UOMO DEL PASSATO

Re Enrico VIII d’Inghilterra, nato nel 1491 e morto nel 1547, aveva un’ossessione: avere un figlio maschio, un erede a cui lasciare il trono.

Per soddisfare questa sua ossessione sposò, una dopo l’altra, sei donne.
Due (entrambe principesse straniere) furono ripudiate e passarono il resto dei loro giorni, di fatto, in prigionia.
Due vennero mandate al patibolo con l’accusa di adulterio.
Una sopravvisse al re.
Una morì in seguito al parto.. parto che diede al re l’agognato figlio maschio: il futuro Edoardo VI.

Sei mogli, tre figli, solo un maschio..
Certo, a Enrico sono stati attribuiti molti figli illegittimi ma, considerando che ne riconobbe solo uno e che su sei mogli, appartenenti a famiglie e nazionalità diverse, ebbe così pochi figli.. oggi non si fa fatica a credere che il problema fosse lui e non le donne che sposava!
Non a caso la sua ultima moglie, Caterina Parr, fu sposata con Enrico per ben 4 anni senza restare mai incinta: 5 mesi dopo la morte del re Caterina si risposò per amore e, circa un anno dopo, alla veneranda età (per l’epoca!) di 35 anni, partorì una bambina sana e forte (purtroppo Caterina morì pochi giorni dopo in seguito al parto).

(nota storica)
Tra l’altro Enrico, come dicevamo, visse nell’ossessione di avere un erede degno di lui, un re che potesse portare in alto il nome dei Tudor, per farlo ricordare in futuro. Per tutta la vita ignorò di aver avuto quell’erede: Elisabetta, passata alla storia come la famosa regina Elisabetta I di Inghilterra.
Elisabetta era figlia di Anna Bolena, colei per cui Enrico fece lo scisma della Chiesa Anglicana, mandata da lui al patibolo quando la figlia aveva solo 3 anni, per far spazio ad una nuova moglie che gli desse un erede maschio.
Curioso, non trovate? La povera Anna diede al suo re e alla nazione uno dei più importanti sovrani che l’isola inglese abbia mai avuto e per questo suo servizio venne ricompensata con la morte!

 

UNA DONNA DEL PASSATO

Carlo II d’Inghilterra fu il primo re dopo la restaurazione inglese seguita al decennio repubblicano di Cromwell, nacque nel 1630 e morì nel 1685.

Uomo di mondo, colto, amante del teatro, dei divertimenti e delle belle donne, questo re, noto ai suoi contemporanei con il nomignolo di “monarca allegro” e considerato il più bel sovrano d’Europa, ebbe una schiera infinita di amanti e oltre 10 figli illegittimi che raggiunsero l’età adulta (quindi, data la mortalità infantile dell’epoca, almeno il doppio se non il triplo in realtà!).

Per Carlo venne scelta come sposa una principessa portoghese: l’alleanza tra le due nazioni era stata pensata a tavolino anni prima e attentamente progettata.
Per questo la coppia reale portoghese aveva preparato la propria primogenita con cura: Giovanna di Braganza, principessa di Beira (titolo attribuito alla figlia primogenita in Portogallo) e quasi coetanea di Carlo, era una bella ragazza, allegra e intelligente, e venne cresciuta per essere regina, moglie e madre.
Purtroppo però Giovanna morì improvvisamente poco prima di compiere 20 anni e i sovrani portoghesi si trovarono in una situazione difficile: tutti gli altri loro figli erano maschi. C’era solo un’altra femmina: Caterina, di poco più giovane della defunta Giovanna.

Caterina di Braganza però aveva trascorso tutta la vita in convento: timidissima, davvero brutta e non certo colta, per lei i sovrani avevano immaginato una vita da suora di clausura. D’altronde la principessa era nata con problemi fisici che le impedivano o comunque, secondo la medicina dell’epoca, rendevano alquanto improbabile, di poter essere un giorno madre.
Ma le ragioni di stato venivano prima e Caterina partì alla volta dell’Inghilterra.

Così il bellissimo monarca allegro protestante sposò la brutta monaca mancata cattolica.. e il matrimonio fu un successo!

La storia di Caterina e Carlo è uno dei tanti misteri del passato: testimonianze giunte fino a noi concordano nel descrivere la (inusuale per l’epoca!) gentilezza con cui Carlo trattava la moglie e di come pretendeva che tutti le tributassero il dovuto rispetto, così come l’affetto che Caterina manifestava sia per Carlo che per Nell Gwyn, una delle due amanti ufficiali del re.. amanti con cui la regina, per altro, conviveva in un curioso ménage a quattre!

In oltre vent’anni di matrimonio, Caterina non riuscì mai a dare un figlio a Carlo ma lui preferì morire senza eredi legittimi piuttosto che ripudiarla: “Mia moglie non è sterile! – rispondeva offeso quando qualcuno gli chiedeva perché non ripudiasse la sua sposa – Semplicemente ha avuto la disgrazia di veder morire tutti i suoi figli prima che nascessero!”.

(Ci tengo a precisare che la versione italiana di Wikipedia da una versione diversa della storia dipingendo Caterina come una povera moglie tradita e Carlo come un libertino senza scrupoli.. ma questa versione viene da saggi storici che ho consultato e che si basano su documenti dell’epoca. E poi si sa, a volte Wiki è bacchettona!).

 

OGGI..

Tutto questo lungo preambolo storico per dire che, no: il problema della sterilità non è una novità degli ultimi anni, come, a volte, i media italiani ci vogliono far credere.

Ci sono molte testimonianze storiche che raccontano di come il problema della fertilità e della sua assenza abbia attraversato la storia umana: la vera differenza è che oggi possiamo fare qualcosa invece di subire la situazione.

 

Di chi è la colpa dell’infertilità?

Per quanto il problema sia presente da sempre, secondo alcuni studi il problema dell’infertilità si è accentuato di recente ma dobbiamo anche considerare che non abbiamo dati statistici riguardanti, ad esempio, due o tre secoli fa!

E se sempre più spesso si accusa l’età sempre più avanzata in cui le coppie si affacciano all’idea di diventare genitori..
.. Ad esempio vi ricordate quella vergognosa campagna di manifesti fatta in Italia qualche anno fa?! Se avessero speso i soldi in asili nido e assegni di maternità.. comunque.. dicevamo..
..se sempre più spesso si accusa l’età sempre più avanzata degli aspiranti genitori, va anche considerato il fattore inquinamento.

Molte ricerche hanno dimostrato, ad esempio, che la quantità media di spermatozoi prodotti in un uomo adulto oggi è quasi la metà di quella che, alla stessa età, produceva suo nonno: il motivo sarebbe l’inquinamento, in particolare quello dato dai rifiuti di plastica.
Allo stesso modo è ormai certo che vi sia una correlazione statistica tra l’infertilità femminile e l’inquinamento ambientale, ad esempio quello dato dai pesticidi.

Se in passato la sterilità veniva sempre attribuita alla donna oggi sappiamo che la percentuale di, diciamo così, “colpa” è quasi equamente distribuita tra i sessi: indicativamente la mancata fertilità della coppia è da attribuirsi nel 45% dei casi all’uomo, nel 50% alla donna e, nel restante, a varie casistiche quali incompatibilità o, anche, cause sconosciute (ossia entrambi sono in grado di riprodursi, tutto va bene, ma per motivi ignoti non nasce nessun bambino).

Le cause dell’infertilità possono essere molteplici: ad esempio problemi anatomici che impediscono agli spermatozoi di raggiungere l’ovulo (ad esempio tube chiuse per la donna o tubuli seminiferi chiusi per l’uomo).
Vi possono poi essere problemi a livello di produzione degli spermatozoi e dell’ovulo stesso: ossia essi potrebbero non essere proprio prodotti.
Poi vi sono malattie genetiche, fattori ambientali (primo tra tutti il fumo), ormonali, ecc..
E naturalmente anche l’età della donna (ma anche dell’uomo..) possono influire e non poco.

Comunque sia sono sempre di più le coppie che si rivolgono a cliniche di fertilità per diventare genitori: negli ultimi 5 anni vi è stato un incremento del 20% dei casi.

Procreazione medicalmente assistita (PMA), così sono chiamate in italiano le tecniche che permettono a coppie infertili di avere figli.
Quanti bambini nascono così? Secondo i dati Istat nel 2017 in Italia sono stati oltre 13mila i bambini nati grazie a queste tecniche, ossia il 3% dei nati in quell’anno.

 

FIVET & IUI

Le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono tante.

Si tratta di un discorso complicato e lungo quindi oggi ci soffermeremo sulle due tecniche più gettonate, più comuni oltre che legali nella maggior parte dei paesi europei: la IUI e la FIVET.
Non parleremo quindi, ad esempio, di maternità surrogata che è illegale in molti paesi europei (ma non in tutti) ed è molto discussa.

La IUI, o inseminazione intrauterina, sarebbe l’inseminazione semplice: quindi il medico prende gli spermatozoi li inserisce nella cavità uterina tramite un catetere.. a questo punto gli spermatozoi dovrebbero raggiungere l’ovulo e fecondarlo. Si tratta di un processo molto simile al rapporto sessuale.

La FIVET, o fecondazione in vitro, è una cosa più complessa: il medico prende gli spermatozoi e gli ovuli, li porta in laboratorio, li mette insieme in una provetta e quindi rimette l’ovulo fecondato nel corpo della futura mamma.

La FIVET e al IUI sono ormai comuni:

  • La IUI è una la tecnica documentata dal ‘700: in letteratura medica si indica il 1838 come data della prima IUI su umani (eseguita in Francia).
  • Il primo bambino nato con la FIVET è stata Louise Brown nata a Londra il 25 luglio 1978; in Italia la prima nascita dovuta alla FIVET è stata quella di Alessandra, nata a Napoli nel 1983.

Si stima che fino ad oggi, nel mondo, i bambini nati con tecniche di fecondazione assistita siano oltre 8 milioni!

 

Fecondazione omologa e eterologa

Grande discussione riguardo alle tecniche di fecondazione assistita è l’alternativa fecondazione eterologa-omologa.

Quale è la differenza?

Con la fecondazione omologa mamma e papà sono i fornitori genetici dell’ovulo (mamma) e seme (papà). Generalmente si cerca sempre di fare una fecondazione omologa.

Nella fecondazione eterologa o il seme (più spesso) o l’ovulo (molto più raramente) non è fornito da coloro che saranno i genitori della prole ma da un donatore o da una donatrice.

Esistono banche del seme in Europa tra cui le due più famose con la Banca del Seme Europea e Cryos, entrambe con sede in Danimarca.

Scegliendo il seme del donatore è possibile decidere se ricevere un donatore chiuso o un donatore aperto.
Un donatore chiuso è completamente anonimo e le stesse informazioni fornite su di lui, e conseguentemente i possibili tratti genetici ereditabili dal bambino, sono pochissime (di solito si limitano a colore degli occhi, della pelle e altezza); il costo è decisamente inferiore.
Un donatore aperto presenta un profilo ricco di informazioni (quasi sempre) e una precisa anamnesi famigliare, inoltre il bambino potrà compiuti i 18 anni contattarlo e, volendo, conoscerlo.

La discussione donatore chiuso-aperto è accesa: in alcuni paesi europei la donazione del seme è anonima per legge e i futuri genitori non possono scegliere il donatore (ad esempio in Italia è così), in altri paesi il donatore è obbligatoriamente aperto.

Le banche di ovuli sono poche e di solito le donatrici sono tutte anonime.

 

La PMA è legale in Italia?

In Italia è legale ricorre alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Purtroppo però la legge italiana in fatto di procreazione medicalmente assistita è.. è un gran casino!

Ma vi sono delle limitazioni intrinseche un po’ schizofreniche e la legge, recentemente aggiornata da sentenze, non sempre è recepita in modo corretto dalle singole regioni e/o ospedali: si pensi ad esempio a tutta la confusione e le limitazioni riguardanti l’analisi pre-impianto degli embrioni.

Inoltre alcune categorie di persone non hanno il diritto di sottoporsi a questa procedura medica neanche ricorrendo a cliniche private: ad esempio le coppie gay o le donne single.

Questi e altri motivi hanno fatto si che, negli anni, si sia sviluppata una sorta di turismo riproduttivo dall’Italia (e da altri paesi con legislazioni simili) ad altri paesi europei con legislazioni più liberali.

 

Andare all’estero per avere un bambino

Ogni anno migliaia di coppie si recano all’estero per la procreazione assistita.

Oggi molte di queste tecniche sono legali in Italia ma le liste d’attesa sono lunghe, le differenze nelle regolamentazioni tra regioni spesso surreali e le restrizioni rispetto agli altri paesi europei pesanti.

Sono soprattutto queste le principali ragioni che portano a questo esodo:

  1. alcune donne non hanno il diritto di accedere a queste tecniche: le donne single e le coppie lesbiche non possono accedere alle PMA in Italia;
  2. in Italia è illegale scegliere il donatore di seme nella fecondazione eterologa, inoltre il donatore, che viene scelto dal medico, è anonimo (mentre, in molti paesi, la coppia o la donna possono scegliere il donatore e, volendo, vi sono donatori aperti, ossia che hanno dato la loro disponibilità ad essere contattati dal bambino quando questo compirà 18 anni);
  3. le liste d’attesa posso essere molto lunghe in Italia, mentre all’estero le cliniche private eseguono il trattamento in circa un mese dal primo contatto;
  4. diverse sentenze hanno dato ragione a coppie dichiarando invalide parti della legge italiana relativa alle PMA.. non sempre però ospedali e regioni recepiscono tutto ciò e la situazione di fatto è a volte surreale.

 

Le destinazioni del turismo riproduttivo

I dati su questo sono discordi.

Sicuramente alcuni paesi la fanno da padrone: Danimarca e Spagna in primis, ma anche Svizzera, Repubblica Ceca, Grecia, Belgio.

La preferenza del paese è spesso legata alla motivazione che spinge la coppia o la donna a espatriare per riprodursi.

Tra i paesi più in voga tra gli italiani al momento vi sono la Spagna e la Danimarca. Queste nazioni sono all’avanguardia, anche perché in questi paesi la legge è molto liberale in materia e le tecniche di fecondazione assistita utilizzate da anni.

In Spagna le cliniche hanno la fama di essere più efficienti e con tassi di nascita migliori, ma la legge spagnola proibisce di scegliere il donatore in caso di fecondazione eterologa.
La Danimarca invece permette di scegliere il donatore (e incoraggia la scelta di un donatore aperto) ed è nota per un approccio il più naturale possibile.. anche se ha tassi di successo, in media, più bassi.

 

Quanto costa tutto questo?

Per i cittadini delle nazioni in oggetto spesso la PMA è gratis perché passata dal sistema sanitario nazionale ma per un italiano che si reca in queste cliniche estere invece il costo c’è.

I prezzi variano molto da nazione a nazione ma facciamo un esempio per avere un’idea.

In generale in Danimarca la IUI costa circa 1000/2000 euro e la FIVET 3000/4000 euro circa, in Spagna circa il doppio.
Quindi, sì, è costoso ma non ha un prezzo proibitivo.

 

 

Ascolta “Ep46 – Turismo riproduttivo: la fecondazione assistita in Europa (IUI e FIVET)” su Spreaker.

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