L’influenza spagnola: la grande pandemia

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Non volevo, ve lo assicuro.. ma visto tutta la rilevanza che l’argomento “pandemia” sta assumendo in questi giorni ho pensato che fosse il caso!
Per chi viaggia poi, l’argomento “malattia” è sempre un must: io mi sono presa di tutto in giro.. dalla varicella, che ho fatto da adulta mentre ero in Danimarca, alla notissima diarrea del viaggiatore che ho preso in tutte le sue declinazioni in giro per il mondo.
Quindi oggi parliamo dell’influenza detta “la Spagnola” che ha segnato la storia europea di inizio secolo.
La epidemie nella storia
L’Europa ha visto tante pandemie nella sua storia: la più famosa è la peste nera che fece milioni morti e spazzò via intere cittadine, mentre ad altre ne dimezzò la popolazione. Questo fatto fu dovuto anche alla scarsa igiene e ai limiti della medicina dell’epoca.
Vi basterà poi fare un giro on line per scoprire, o meglio ricordare, le ultime malattie di questi ultimi decenni. Tra cui anche alcune che hanno causato tanto allarmismo e poi si sono risolte in nulla: si basti pensare alla così detta febbre suina che ha sì contagiato un milione di persone, ma aveva una mortalità inferiore alla comune influenza.
Eh sì perché, ricordiamoci, che un conto è il grado di infettività di una malattia e un’altro è la sua letalità. Questo, naturalmente, non significa che una malattia con basso grado di letalità ma alta infettività non sia pericolosa: se si ammalano tutti gli abitanti del pianeta (quindi il livello di infettività è altissimo) anche se il tasso di mortalità è solo del 1% (quindi la letalità è molto bassa) il numero assoluto che ne deriva è alto e di grande impatto.
Mi spiego meglio.
Una mortalità dell’1% è bassissima per una malattia, ma se la contraggono 7 miliardi di persone i morti saranno 70 milioni: poco a livello statistico ma altissimo, appunto, come numero assoluto. Che poi è il motivo per cui una malattia con un alto livello di contagio è considerata un rischio: i morti, alla fine, saranno numericamente tanti.
Ma torniamo a noi e alla spagnola!
Cos’è la spagnola?
La Spagnola è, o meglio, è stata, una pandemia influenzale: ossia è un’epidemia di virus influenzale che si espande su scala mondiale e infetta una grande porzione della popolazione umana (citazione da Wikipedia).
Nel XIX secolo, ossia nel Novecento, il secolo ormai scorso, vi sono state ben tre di pandemie influenzali: l’influenza di Hong Kong del 1968, l’influenza Asiatica del 1957, e appunto, l’influenza Spagnola del 1918.
La spagnola si diffuse tra il 1918 e il 1920.
Cosa capitava in quegli anni in Europa? La prima guerra mondiale, iniziata nel 1914 e finita a novembre del 1918.
Con ogni probabilità la guerra, con la fame, lo spostamento delle popolazioni, le trincee (dove erano stipati tanti soldati in condizioni di igiene precaria).. una guerra si protraeva da ben 4 anni ed era ormai una logorante guerra di posizione.. tutto questo non ha fatto che contribuire al diffondersi della malattia.
La situazione storia forse spiega in parte, anche se non del tutto, perché la malattia uccise un così alto numero di uomini tra i 20 e i 40 anni, di solito graziati dalle malattie di questo genere che falciano soprattutto anziani e bambini; questa caratteristica della malattia si manifestò anche in altre parti del mondo, come negli Stati Uniti.
Studi recenti, effettuati estraendo il virus da cadaveri congelati di persone morte di Spagnola ad inizio secolo, hanno dimostrato che la malattia portava ad una reazione eccessiva del sistema immunitario, la quale causava la morte del malato: questo spiegherebbe perché negli uomini giovani, che hanno un sistema immunitario più forte, la malattia fosse più aggressiva e pericolosa.
Quanti morti ha fatto la spagnola?
Non si sa di preciso.
Comunque le stime oscillano tra il 500 milioni e oltre un miliardo di contagiati e di circa tra i 50 e i 100 milioni di morti, ossia il 3% – 5% della popolazione del tempo. Come dicevamo prima, la percentuale è contenuta ma la cifra assoluta è, alla fine, alta dato che il numero dei contagiati è stato alto.
Tra l’altro parlavamo prima della famosissima peste del ‘300.
L’abbiamo vista nei film, studiata sui libri a scuola, ce l’hanno menata in tutte le salse da Manzoni in poi, è diventata il nome della malattia contagiosa per antonomasia: la pestilenza, sei una peste, appestare..
ma in realtà è stata la Spagnola a fare il numero maggiore di morti nella storia!
Io questo non lo sapevo: l’ho scoperto quando ho sostenuto all’università l’esame di “Ecologia e etologia umana”, quella che un tempo era definita “Antropologia fisica”, per capirsi.. e anche lì non mi ha convinto e sono andata a controllare le fonti! E a quanto pare è così.
D’altronde, se ci pensate, il numero di abitanti del pianeta era molto superiore a inizio ‘900 rispetto al ‘300 e anche la possibilità di muoversi e viaggiare era diversa.. per dire: l’America non era ancora stata scoperta nel XIV secolo! E, come dicevamo, più contagiati = più morti.
Comunque la peste nera è stata una flagello spaventoso: la percentuale di mortalità della peste nera del ‘300 era del 50%, soprattutto a causa delle scarse conoscenze mediche e scientifiche dell’epoca.
La percentuale di mortalità della spagnola non è tutt’oggi del tutto nota. Ci sono opinioni discordanti tra gli studiosi: per alcuni la mortalità fu tra il 2 e il 3%, per altri tra il 5 e il 10%.
Perché?
I mezzi di controllo dei contagiati dell’epoca erano relativi, così come la registrazione dei casi.
Pensate al 1918: mentre piovevano bombe e fischiavano proiettili, il medico militare che, ricordiamocelo, passava la giornata a cercare di curare soldati accecati dalle nuove armi chimiche e ad amputare arti devastati dalla cancrena a ragazzi appena ventenni.. il medico, dicevo, forse aveva altro a cui pensare che registrare e assicurarsi che il soldato X fosse morto di Spagnola invece che di infezione o semplice influenza.
E la popolazione delle aree teatro della guerra? O nell’immediato dopo guerra? Anche in quei casi, non è che la situazione fosse poi così rosea..
Ricordate sempre che le percentuali di mortalità riportate sono una media.
La Spagnola ebbe diffusione mondiale, arrivando fino alle isole sperdute del Pacifico e all’Alaska e al mar Glaciale artico: la mortalità fu diversa da luogo a luogo.
Ad esempio nei paesi del Terzo Mondo, senza cure mediche e con una popolazione denutrita, i morti furono percentualmente molti di più; così come furono di più i morti tra i soldati delle trincee rispetto a coloro che risiedevano in paesi in pace, o comunque non direttamente teatro della guerra, del Primo Mondo.
Perché la spagnola è stata chiamata così?
Perché inizialmente fu resa nota e, diciamo, pubblicizzata solo dai giornali spagnoli.
La Spagna era neutrale nella prima guerra mondiale e quindi esente dalle censura bellica presente negli altri paesi. Anzi negli altri paesi europei i giornali tentarono di dipingere la malattia come diffusa solo in Spagna!
Che poi, per altro, la Spagnola si diffuse in Spagna come altrove: lo stesso re spagnolo di ammalò ma sopravvisse.
Da dove è venuta la spagnola?
Che poi è quello che si chiedono tutti!
Si sono fatte molte ipotesi.
Chi sosteneva che fosse stato portato dai soldati americani, chi che fosse una sorta di prima arma batteriologica sfuggita di mano.. chi che l’abbia portata una cometa!
Tra i primi focolai della malattia è stato identificato un campo militare con annesso ospedale in Francia nel 1917.. qui forse c’è stato il paziente zero?
Oppure era uno dei soldati austriaci delle trincee sul confine italiano?
O è corretta l’ipotesi dell’origine asiatica, ossia che la malattia fu importata involontariamente dalla Cina settentrionale dagli operai che lavoravano per l’esercito britannico?
Secondo alcuni studiosi tra l’altro la malattia era già presente da mesi se non da anni nelle trincee.
La verità? Non lo saperemo mai.
Come è finita?
Dopo due ondate, la spagnola declinò rapidamente.
Certo i medici avevano imparato a trattare la malattia e a prevenire la polmonite che si sviluppava nei malati.. ma non è solo quello: più probabilmente il virus si adattò e mutò in una forma meno letale.
Si tratta di un fenomeno comune nei virus dell’influenza: i virus patogeni diventano meno letali col tempo, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi muoiono, estinguendo il ceppo stesso (si chiama “selezione naturale” ed è parte del processo dell’evoluzione, uno dei pilastri della biologia e della medicina moderna).
Comunque sia, come era arrivata la spagnola scomparve velocemente: dal 1919 non era più così pericolosa, nel 1920 quasi scomparsa e si estinse nel 1921.
Una nota personale
Concludendo vi devo confessare io ho sempre provato un interesse particolare per questa malattia: sia da un punto di vista prettamente scientifico ma anche da un punto di vista personale.
Come moltissimi friulani vicini alla linea del fronte, mia nonna prese la spagnola nel 1918 quando era ancora una bambina ma, per mia fortuna se no non sarei qui, superò la malattia e guarì. Per tutta la vita raccontò questa storia e di come tutti fossero convinti, all’epoca, che sarebbe morta ma lei ce l’aveva fatta!
Mia nonna ripeteva con convinzione che l’essere sopravvissuta alla spagnola l’aveva resa più resistente all’influenza e al raffreddore: effettivamente raramente si ammalava e non l’ha mai vista in vita mia a letto con la febbre.. ma neanche a me viene mai la febbre quindi, molto probabilmente, si tratta semplicemente di una predisposizione genetica che io ho ereditato.
Forse la sua contenuta risposta ai virus influenzali e la sua temperatura basale più bassa della media (caratteristiche che ho ereditato) sono i tratti genetici che le hanno permesso di sopravvivere alla Spagnola, una malattia, ricordiamo, che uccideva per un’eccessiva risposta del sistema immunitario.
Chissà.
In ogni caso, questo come altro legato alla Spagnola, probabilmente resterà un mistero!
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