Lingue straniere e viaggi

Europa Grand Tour

Lingue straniere e viaggi

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(Se invece di leggere preferisci ascoltare vai in fondo alla pagina!)

 

All’aeroporto di Lisbona, qualche estate fa, ho trovato un interessante volantino del Direttorato Generale della Comunicazione della Commissione Europea intitolato “Travelling in Europe”. L’opuscolo, molto ben scritto e ricco di informazioni utili, era rivolto ad un ipotetico turista extra europeo in visita nel Vecchio Mondo. Una specie di promozione pubblicitaria di un ente del turismo.

Tra i vari paragrafi figurava quello delle lingue. In esso veniva spiegato che l’Europa è ricca di lingue di origine diversa, che le istituzioni europee hanno 23 lingue ufficiali e che alcune lingue sono più parlate di altre. “In ogni caso – continuava l’ignoto autore – molti europei parlano almeno un’altra lingua oltre alla propria lingua madre e più di un quarto della popolazione adulta parla almeno due lingue straniere”. Nonostante questo consigliava di imparare almeno alcune frasi nella lingua del paese che si intendeva visitare e concludeva elencando la traduzione della parola “grazie” nelle 23 lingue dell’Unione.

E mentre leggevo tutto ciò una signorina gridava in italiano a un paziente commesso del Duty Free portoghese: “No, non voglio quello azzurro, voglio quello blu. BLU!! Ma perché non capisce questo!?!”.

 

Alla luce di tutto ciò mi sento di dovervi rivelare un grande segreto: al di fuori dell’Italia non si parla italiano ma la lingua del posto, che (attenzione) generalmente non è l’italiano.
Altra grande rivelazione: se parlate in italiano gridando o sillabando uno svedese non vi capirà comunque! Provate voi stessi: se alzate il volume di una canzone inglese al massimo magicamente ne capite il testo anche se non parlate una parola di inglese?? No?!? Bene allora quello sfortunato commesso non potrà capirvi neanche se sputate le tonsille.

 

Quindi: se volete viaggiare dovete imparare l’inglese. Almeno un pò. Se poi lo imparate bene tanto meglio per voi.
E non dite che non avete avuto occasione di viaggiare, di studiare, che siete stati allevati dai lupi e quindi è già tanto se parlate italiano! Nella stragrande maggioranza dei paesi europei si parla davvero inglese ovunque e per i paesi dove non è così.. beh, ci si dovrebbe ispirare e paragonare ai migliori non ai peggiori!!


Mi è capitato di parlare con tizi che si definivano “viaggiatori” (ma che erano solo turisti della domenica) che sostenevano che parlare le lingue non serve per viaggiare.

Che posso rispondere a questi (per fortuna pochissimi) illusi?
Beh, forse loro hanno sempre viaggiato con viaggi organizzati o, più semplicemente, sono abbastanza ricchi da potersi permettere hotel a 5 stelle in cui si parla la loro lingua!
E, naturalmente, non hanno mai avuto imprevisti di nessun genere.
Li avrei voluti vedere in un ospedale scandinavo o in una stazione di polizia ceca spiegare il loro problema in italiano!!..

Inoltre, senza voler considerare gli imprevisti, non comunicare in assoluto con NESSUNA persona straniera fa perdere moltissimo del viaggio in sé: chiedere, parlare e chiacchierare vi permette di venire a conoscenza di cose e luoghi che non sono scritti in nessuna guida turistica e che vi perderete.. oltre, ovviamente, alla cultura del popolo che incontrerete e che potrete conoscere solo se comunicate!


I miei ricordi migliori della Grecia sono le sere passate a chiacchierare con sconosciuti di un po’ di tutto.. ma soprattutto viaggi, cibo e politica.

Ho imparato cose sorprendenti sulla Spagna e il suo popolo chiacchierando con anziane signore alla fermata dei bus o con le persone che mi avevano affittato una camera a casa loro per il soggiorno.
E non avrei mai imparato a cucinare gli spaghetti cinesi come si deve se, durante un viaggio in Germania, non avessi potuto parlare in francese (!) con un cuoco di Shanghai che ne faceva di sublimi!

 

Mi sono chiesta spesso a cosa sia dovuta questa la malcelata ignoranza del popolo italiano per quanto riguarda le lingue straniere.
La cosa che mi ha sempre colpito più nel nostro paese è la presenza di un certo atteggiamento becero che non solo tollera l’ignoranza delle lingue straniere ma addirittura la incoraggia.
Voglio dire.. Solo io ho incontrato gentaglia italiana che, magari all’estero, si divertiva a prendere in giro o ad insultare chiunque non parlasse italiano?!? Oppure chi dichiara di “innervosirsi” se all’estero qualcuno gli si rivolgeva in una lingua diversa dall’italiano?..

Comunque sia.. l’inglese, almeno l’inglese, serve e va imparato.
“Ma io non ho tempo.. il lavoro.. i bambini.. il riscaldamento globale.. le locuste..”.
Ok, la vostra vita è sconvolta da disastri, devastazioni e sventura. Capisco.
Ma il tempo da perdere a scrivere e leggere sciocchezze sui social lo trovate, vero?! E tutto l’altro tempo che, volente o nolente, buttiamo via ogni giorno in attività inutili?
Quindi, qui, tra noi, sottovoce, nel segreto di questo blog, ma pronti a negarlo in pubblico.. ammettiamo che il tempo c’è se si vuole: il problema è che un conto è usarlo per cazzeggiare, un conto è trovarlo per studiare!

Lo so benissimo, vi capisco, credete che io non ami fare la muffa sul divano?! Se mi siedo sul divano sono capace di stare in catalessi anche delle ore, con tanto di occhio vitreo che fissa il vuoto.
E internet?! Credetemi: so cosa vuol dire accendere il computer dicendo “do’ solo un’occhiata a due mail di lavoro” e poi alzare gli occhi e scoprire che sono passate 2 ore!!
Io cerco di limitare le attività inutili, ponendo in primo piano quelle utili: il vecchio “prima il dovere e poi il piacere” o, meglio, la sua versione moderna “prima il dovere e poi il cazzeggio”.
Il tempo c’è, basta volerlo usare: il resto sono scuse (da raccontare agli altri) o alibi (da raccontare a noi stessi).

 

Ma come imparare l’inglese un minimo senza fare troppa fatica?


Innanzitutto ricordate una cosa: lo studio delle lingue è come la palestra!
Si parte belli carichi, spesso all’inizio dell’anno lavorativo, immaginando addominali scolpiti.. le prime settimane si fanno tutte le ore previste e ci si sfianca di esercizi andando a letto la sera doloranti, neanche si tornasse da un incontro in un fight club illegale..
e poi..
..e poi passano le settimane e si inizia a marinare la scuola e in palestra si va solo più una volta al mese.. e quella volta la si passa tra la sauna e la piscina a chiacchierare.. e poi ci si limita a pagare l’abbonamento a vuoto.

Confessate: almeno una volta nella vita abbiamo tutti pagato un paio di mesi di abbonamento alla palestra senza metterci piede!

Lo studio delle lingue è lo stesso: si paga il corso o i libri o i cd o quello che è.. le prime settimane si arriva puntuali, si fanno tutti gli esercizi.. magari anche di extra.. ci si pregusta il momento in cui si stupiranno gli amici con le nostre doti poliglotte.. e poi..

Allora. Io parlo 4 lingue. Volete sapere un segreto?
Non è uno sprint, non è come fare i 100 metri. È una maratona. Davvero. E l’importante è arrivare in fondo. Potete anche fare un po’ schifo, potete partire con calma. Ma l’importante è perseverare. Magari fare poco, anche pochissimo, ma farlo tutti i giorni. In una parola: deve diventare una piccola abitudine.

Mi spiego.

Prendiamo appunto l’inglese.
Tutti noi o quasi lo abbiamo studiato almeno un paio d’anni a scuola. Tutti noi, o quasi, abbiamo avuto insegnanti di inglese dalle competenze quantomeno discutibili (l’ultima insegnate di inglese che ho avuto io alla scuola superiore raggiungeva dei picchi di ignoranza multidisciplinare mai riscontrati, né prima né dopo, in nessun altro essere umano..).. oppure, se la nostra insegnate era brava, siamo stati noi degli studenti mediocri (e dai, tutti noi siamo stati almeno una volta degli studenti mediocri in qualcosa! Io ero una capra in latino, nonostante abbia avuto sempre ottimi docenti nella suddetta disciplina!!).

Comunque sia andata, anche se non avete imparato l’inglese, almeno una volta nella vostra vita qualcuno ha provato in un modo o nell’altro a insegnarvelo.
Se volete impararlo ora ricordate che, essenzialmente, si tratta solo di una questione di volontà. La vostra volontà.


Come fare?

Semplice. Avete ancora, forse, i vostri libri di inglese di scuola. Se non li avete poco male, potete trovare ovunque un piccolo compendio di grammatica inglese scritto in italiano: mi raccomando scritto in italiano, dovete capire bene quello che leggete e, mi raccomando, deve essere un compendio, un riassunto, non più di, diciamo, 50 pagine esempi compresi ma esercizi esclusi.

Trovato? Bene. Leggetelo. Mentre leggete fate uno schema delle cose più importanti. Uno schema breve. Brevissimo. Del tipo: come si struttura una frase semplice affermativa/negativa/interrogativa, come funzionano gli ausiliari essere e avere e il verbo can (potere), i verbi al presente/passato semplice/imperfetto/futuro, cos’è e come si usa la forma progressiva del verbo, i tre periodi ipotetici, i comparativi di minoranza e maggioranza e il superlativo e, infine, i numeri almeno dall’uno al 20 (e come si dice primo, secondo, terzo e ultimo!). Poi una lista delle forme irregolari dei verbi più comuni (i più comuni, quindi 50 verbi al massimo!!).
E basta.
Vi sembra poco? Certo che è poco!! Ma voi dovete essere in grado di esprimervi non di scrivere come Hemingway!!
Impiegate un mese per fare e studiare quanto detto sopra (il primo mese, quello in cui siete animati dal sacro fuoco dell’inizio dei lavori..).
Poi lasciate stare la grammatica, mettete via il libro e tenete il vostro riassunto che deve essere al MASSIMO composto da 10 fogli, se sono meno è meglio (immaginate di dover dare un esame e che quello sia il massimo consentito da portarvi dietro).

Ora dovete farvi un vocabolario: e per farvi intendo imparare a memoria le parole. Questa è la cosa più difficile e impegnativa.

E qui inizia la maratona.
Ogni giorno.. ascoltate bene.. ogni giorno!!.. prendete una parola in inglese. Non una parola qualsiasi. Una parola che collegherete a qualcosa.
Ad esempio. È uscito un nuovo film da botteghino? Qual’è il titolo in inglese? Bene, prendete una parola del titolo e traducetela in italiano.

Anche se è una parola che sapete ma non sapete.. cosa intendo? Ci sono spesso parole che la gente che non parla inglese capisce se vede scritte in un contesto, ma non ricorda se deve usarle ex novo in una frase.
Ad esempio. Mia madre non parla inglese. Quando è uscito il film Man of Steel, l’ennesimo film di Superman, ha detto “steel.. acciaio giusto? Superman è l’uomo d’acciaio!”.. Ma se ora le dovessi chiedere a freddo come si dice acciaio in inglese non lo saprebbe.
Questo intendo per una parola che sapete ma non sapete!

Quindi, tornando a noi, oggi è lunedì: l’ultimo film di superman si intitola l’uomo d’acciaio, Man of Steel in inglese. “Steel” è acciao. Magari guardate su You Tube il trailer sia in inglese che in italiano, non importa se non capite nulla della versione in inglese ma cercate di cogliere la parola “steel” se viene pronunciata. Provate ad usarlo in tre frasi semplici: prendete un quaderno e scrivete la parola e le vostre tre frasi. Prima di andare a nanna pensate: ho imparato una parola nuova: steel, acciaio.. Superman è l’uomo d’acciaio, the man of steel.
Martedì, giorno nuovo, parola nuova. Magari potete usare il titolo di una canzone molto famosa.
Alternate verbi a sostantivi, ogni tanto introducete qualche aggettivo.
E andate avanti così. A fine settimana, la domenica, niente parole nuove ma ripassate le parole apprese. Un consiglio: non cercate di ricordare la parola ma il titolo della canzone o del film che la contiene.

A fine anno, se siete stati bravi, dovreste aver imparato 300 parole circa
(facendo una stima a ribasso).
Vi sembrano poche? Eppure sono più che sufficienti per fare un discorso e leggere un articolo o un testo semplice.

Questo è studiare le lingue: una passo dopo l’altro, una gocciolina dopo l’altra che insieme formano un mare. Ricordando sempre che lo scopo non è tradurre Shakespeare o scrivere come Joyce, ma chiedere quanto costa un gelato e comprendere le istruzioni di quel telecomando cinese comprato on line!

 

In ogni caso, anche se parlate bene inglese, in generale è bene imparare sempre almeno i quattro canonici sacri cardini del gentilezza nella lingua del paese che si intende visitare:

1. grazie/prego
2. buongiorno/buonanotte/ciao
3. mi dispiace, non capisco/non parlo (lingua del posto)
4. scusi, parla inglese/italiano?

Inoltre, soprattutto se intendete fare un lungo viaggio in macchina o se prevedete di dover chiedere qualcosa di specifico (ad esempio di prenotarvi un taxi) preparatevi per tempo. Procuratevi una guida linguistica, cercate on line, usate Google translator e scrivetevi la frase o le frasi che vi servono su un foglio con traduzione sotto: se non vi sentite di leggerle, potete mostrarle semplicemente al vostro interlocutore, magari dopo aver chiarito che non parlate la lingua del posto.

Fondamentalmente le frasi più utili che vi potrebbero servire sono:

      • Ho prenotato una camera matrimoniale/singola per x notti.
      •  Vorrei pagare in contanti.
      •  Potrei avere altra carta igienica/asciugamani?
      • Dov’è la strada per andare in centro/a?
      • Dov’è un supermercato/metropolitana/fermata bus/stazione?
      • Posso parcheggiare qui? è gratis?
      • Quanto costa?
      • C’è una riduzione studenti/anziani/bambini?
      • A che ora chiude/apre?
      • Sono allergico a..
      • Mi può chiamare un taxi?
      • Domani devo essere all’aeroporto alle 7: mi può prenotare un taxi per le 6.30?

Sembrerà superfluo doverlo dire ma sarebbe bene anche sapere come si dicono “si” e “no” nella lingua del posto: altrimenti rischiate di riuscire a porre la domanda e travisare la risposta!
Per i viaggi in macchina io mi scriverei i nomi dei vari punti di riferimento per quando si chiedono informazioni nella lingua del luogo (piazza/ponte/fiume/grosso albero/ecc..). E, sopratutto, non dimenticate di imparare come si dicono destra e sinistra: sembra stupido ma può essere molto utile!

 

Ascolta “Ep4 – Lingue straniere e viaggi” su Spreaker.

 

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